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Di Giandiego Marigo

Cosa sta succedendo?

L’ennesimo tentativo di unificare la “sinistra”? Una bella idea nata in un gruppo di intellettuali  e da un paio di sindacalisti “conseguenti”?

Un’altra bandiera sollevata, nuovamente? Un’altra variazione sul tema della nostalgia

Nulla di tutto questo ed anche tutto questo. Innanzi tutto non siamo intellettuali riconosciuti e ben remunerati, siamo un gruppo di persone vere, esistiamo in rete e nel territorio. Persone normali, anche se forse con una lunga storia di partecipazione , certamente, con un grandissimo amore e rispetto per i movimenti. Lontanissime, per molteplici ragioni,  da ogni segreteria e salotto. Non siamo nostalgici e non pratichiamo la Raccolta di bandiere cadute.

Crediamo però che questo paese, in realtà tutta l’Europa, abbia grandissima esigenza di un’AreA Anticapitalista, Alternativa, Social-Liberal-Libertario-Comunista, che sappia elaborare e fare propri i linguaggi e le esigenze del tempo che stiamo attraversando, che abbia una visione, che sappia descrivere e proporre un mondo altro da quello dell’unico Pensiero e dell’assoluto potere della finanza e delle grandi famiglie, che sappia opporsi al medio evo tecnologico prossimo venturo. Che sappia raccogliere e rappresentare le esigenze materiali e spirituali, di un grande, enorme popolo che crede nel progresso ed in uno sviluppo compatibile, in una cultura altra e popolare, le ragioni profonde e sacre della vera pace fra i popoli, del disarmo, dell’abbattimento delle frontiere, che non tenda alla strumentalizzazione ed alla manipolazione, ma liberi le creatività e le energie migliori di questo paese. Che ami Madre Terra e che non abbia l’arroganza d’esser  Razza Padrona , ma che si creda parte. Che usi la scienza, la storia, la politica per l’uomo e non per la conservazione d’un occulto antico potere personale, che preferisca le ragioni  dei molti rispetto ai privilegi dei pochi. Che conosca le proprie potenzialità e si avvicini all’agone sociale consapevole di essere, esistere e contare. che sappia distinguere l’internazionalismo e l’europeismo dal consegnare il proprio popolo al massacro della grande finanza mondiale

Quella che chiamammo Sinistra, forse, in quel che noi credevamo fosse, prima che innominabili interessi di poltrona e/o abitudine al compromesso senza valori, la corrompesse in modo definitivo riducendola a quel che è ora … in’assoluta confusione, un’area inesistente eppure abusata. Un termine vuoto, usato solo in termini di Marketing in occasione delle tornate elettorali. Una giustificazione per attuare progetti che si possono definire “ottimisticamente” neo-democristiani. Costringendo quel che resta di lei in alleanze “suicide, obbligate e demenziali” al cui accesso acquisisce il dubbio diritto solo rinnegando sé stessa e la propria storia.

Prima che la tendenza alla dissociazione e alla coltivazione orticola, unita all’incapacità di costruire ponti e ad un’insanabile propensione alla muratura, nonché ad una forma di semi-cecità ombelicale la frantumasse in mille inutili, inconsistenti, agguerriti del nulla, agglomerati e partitini, così com’è ora.

Quello che noi vogliamo fare non è solo “rilanciare” che sarebbe in fondo solamente un  progetto nostalgico e nemmeno rifondare, vorremmo far nascere dalla necessità, dal basso, dalla partecipazione e dalla circolarità, dall’orizzontalità e dall’ascolto del “femminino”. La Consapevolezza e l’Unità di un’AreA vasta e composita, plurale e multi voce, colorata, allegra e votata al perseguimento della felicità e della compatibilità, sensibile alla voce della propria spiritualità ed allo stesso tempo forte di una consapevolezza pratica che superi il pragmatismo sterile dell’amministrazione del nulla attuando gradualmente e passo dopo passo un reale cambiamento del modo in cui questa nostra società si organizza e si manifesta. Accettando il confronto, costruendo ponti ed abbattendo muri, ma rimanendo sempre “fortemente cosciente” d’essere quello che è, portatrice d’un pensiero e di una spiritualità conseguente, densa di valori e di proposte di percorso. Con una visione chiara di mondo possibile, che non nasca dall’esaltazione a teoria del meno peggio, ma che conosca il meglio per l’intera umantà.

Questo stiamo facendo … ed un poco ci tremano le vene ai polsi nel solo pensarlo, ma lo riteniamo necessario.

Certamente non sarà facile, ovviamente “attraverseremo il deserto”, ma lo riteniamo necessario e pensiamo che siano moltissimi coloro che sono disposti a condividere con  noi Pane Sale e Percorso. Abbiamo intenzione di usare la rete, ma anche di espanderci e radicarsi nei territori con un movimento d’opinione che spinga quella che chiammammo sinistra alla consapevolezza ed alla coscienza di questa necessità e dell’importanza i questo cammino. Le metodologie verranno scelte cammin facendo, per ora abbiamo avviato un evento su facebook https://www.facebook.com/events/466583610120960/?fref=ts, ma sentirete parlare di noi, in rete, per cominciare … sarebbe un onore ed un immenso piacere avervi con noi in questo viaggio.

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di Marigo Giandiego

Sono, lo premetto, un intellettuale di strada, un poeta straccione, uno scrittore inedito, va detto, prima di affrontare l’argomento di cui voglio parlare.

E’ palese, palpabile, evidente e gravosa la necessità d’una visione culturale altra da quella sistemica. La si può individuare con facilità, è costantemente ripetuta, anche volendo, nella litania della necessità d’un soggetto altro e innovativo in quell’AreA che chiamammo sinistra.

Di cosa si nutre però questo soggetto? Cosa costituisce il suo humus in questi anni in cui il movimento operaio tende a scomparire con la medesima velocità con cui il concetto di lavoro si modifica. Non intratteniamoci , per il momento, su questa modificazione solo formale, ma badiamo alla sostanza. Pur permanendo l’analisi classista della società essa si m odifica e cambia, aggiornandosi, modificandosi con il modificarsi dei rapporti di potere.

Dicevamo di cosa si dovrebbe nutrire questo nuovo soggetto?

Se non di comportamenti, visioni, mode e modi, ma soprattutto d’un punto di vista che derivi da una descrizione del mondo altra rispetto a quella che ci fornisce la cultura corrente (o la non cultura se preferite).

Questo punto di vista dovrebbe derivare anche, così come è sempre stato dalla presenza di un movimento culturale che lo sappia rappresentare e diffondere, trasformandolo in “comportamenti originali” ed in manifestazioni visuali , scritte e/o cantante, dipinte disegnate o scolpite … comunque si voglia manifestate in modo sintetico e visuale … artistico. Una manifestazione non necessariamente materiale che nutra i motivi, il senso, le ragioni e le filosofie noncheà lo spirito che sottendono ad una scelta di vita.

Ma attenzione, come può avvenire tutto questo se la “confusione” si realizza innanzi tutto nel come l’intellettuale vede sé stesso?

Sono moltissimi per esempio i gruppi musicali che potrebbero, in qualche modo, incarnare l’embrione di questa scelta, ma essi vedono sé stessi all’interno dello Stars System, e riproducono modalità e percorsi del tutto funzionali al sistema, annullandosi al suo interno e perdendo ogni deterrenza o pericolosità.

Stesso discorso vale, per esempio per i “comportamenti” dell’area M5S che nascendo da una premessa solo “formale e mai sostanziale” di discussione del sistema non incidono e non modificano, ma “emendano in senso vuotamente moralistico” la realtà delle cose.

Conservando al proprio interno le modalità d’un rapporto culturale identico a quello presente nella società e riproducendo (si prendano ad esempio alcune manifestazioni esteriorizzate di tale assenza di discussione sostanziale … come la mosca Tze-Tze, piuttosto che non lo stesso Blog di Beppe, ma comunque l’assenza, se non per scelta personale, d’una analisi comportamentale che produca il vero cambiamento).

Fatto sta che concentrando la discussione sulla correttezza formale e su un’etica interclassista, pragmatica e praticabile senza discussione dei reali rapporti di potere esistenti nella società essi ne “banalizzano” la portata limitandosi ad una moralizzazione di superficie che cambia tutto per non cambiare nulla.

Ma torniamo al discorso da cui siamo partiti. Come possono queste analisi, questi “comportamenti”, queste “filosofie” insidiarsi ed infettare beneficamente la società se coloro che le portano sono, in prima persona, portatori d’un modello negativo?

Fare una conferenza “di livello”, un concerto “partecipato”, proporre una qualsiasi opera d’intelletto oggi costa moltissimo e questo è, di fatto, il principale ostacolo alla loro diffusione. Questo, purtroppo non vale solo per le tematiche “normalizzate” ma anche tristemente per quelle teoricamente “altre”.

Questa è discussione annosa, nessuno qui sta proponendo la gratuità della cultura (vecchio slogan fallimentare) o il fatto che l’operatore culturale debba essere men che un professionista, ma altro è che debba guadagnare moltissimo ed essere qualche cosa di più che non un artigiano del pensiero ed un interprete professionale della creatività, un mediatore ed un diffusore … un operatore alla fine, pur nobile, di qualche cosa che è … a prescindere dalla sua tecnica e quindio non la divinizzazione di una interpretazione ma l’utilità sociale e la fruibilità della stessa.

Lo Stars System è poi lo stesso che penalizza i molti per esaltare a dismisura alcuni, molto al di là e decisamente al di fuori di ogni loro reale merito, pur presente e riconosciuto. Se la logica è la medesima che sottende l’esaltazione iconica dei calciatori o la “venalità professionale” dei politici come possono trasportare un messaggio diverso da quello d’un sistema che monetizza l’anima se premettono il danaro come “centro di gravità” della loro azione? Se essi si asservono alla divinità inventata da questo sistema come possono essere contemporaneamente “asisistemici”? E’ per questo che, a mio umilissimo parere qualsiasi discussione su “circuiti alternativi” o soggetti che vogliano altro che non la mera superficie dello stagno, su Aree che rappresentino non solo il disagio materiale ma anche quello spirituale e filosofico, che vogliano quindi premettere “un cambiamento reale” e non soltanto delle chiacchiere più o meno urlate deve iniziare dalla discussione dei ruoli e delle “funzionalità” degli “intellettuali” che li veicolano. Una discussione sull’avanguardia non nel suo ruolo , ma nella sua essenza, nei suoi doveri prima che nei suoi compiti. Questo vale per tutti leader, organizzatori politici e pensatori autorizzati .

Filosofi più o meno indipendenti, Artisti conseguenti, Intellettuali appartenenti e liberi, Critici d’arte altri ed interpreti dell’avanguardia e dell’alternativa, comici ed attori più o meno satirici e asistemici.

Perchè mai , per esempio un docente universitario dovrebbe pretendere 2500-3000 euro per una conferenza che riguarda la necessità di ribellarsi al giogo dell’elite europeista o l’umanizzazione del marxismo?

Ed ancora perchè un cantante dovrebbe essere pagato migliaia di Euro per riprodurre un lavoro d’alternativa. Qual’è il valore trasportato il contenuto di quel che dicono, la necessità di cui parlano oppure il numero di appartamenti che il loro lavoro produce?

E se questo è il valore in cosa è alternativo da quelli che il sistema ci impone?

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