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A volte memoria scivola

con il ricordo gioca e col sorriso

si come le nuvole col sole.

Il gioco della mente può esser crudo

ed obbligarti in strade in sola ombra

Cercando la presenza oltre qualsiasi immagine

perchè la sola idea ed il senso

d’un profumo amicale possa riconfortarti

Anche solo il ricordo d’una voce

può bastare, all’anima d’un uomo per placarsi.

Siam come lupi che ululano alla luna

questo nostro dolore innominabile

bevendone la luce come premio

narrandole in canzoni senza strofe

di questa nostra vita.

Noi di passaggio noi vagabondi ed orfani

di quella stessa luce cercatori

Come vi si racconta povertà?

Non c’è, sapete. nessuna nobiltà

in denti rotti in bocca

né sdegnoso distacco, nel non aver vestiti

non Valentino vestito di nuovo

nessuna brocca di biancospino

nessuna tenerezza, né dolcezza

non c’é mediazione o compromesso

non c’è molta poesia nella paura!

La compassione poi dà persin fastidio

non c’è gloria in una camera ammuffita

in un armadio di vestiti smessi

tutti più larghi o stretti

di quanto poi non serva.

Tutti vecchi e dismessi

tutti che ti qualificano

poi, per quel che sei

nessuno e niente.

Fuori dal tempo, inelegante, povero!

Non c’è nulla di epico

nel perder casa, nel non averla affatto

nel non veder futuro!

Non c’è interesse in voi,

che fate solo finta, d’ascoltare.

Nulla di eroico o di spirituale

ed è persin difficile da dire.

Nessun piacere si prova

nel narrare d’impotenza e dolore

Non c’è interesse, certo in chi t’ascolta

non è una bella storia

non c’è pathos, poca o nulla suspance

si rappresenta solo il fallimento

morta speranza

fa solo un po’ paura, nulla di bello.

Come posso spegarvi umiliazione

se non ci son parole,

se non c’è il modo giusto a raccontare.

Se a volte è impossibile ascoltare?

Come posso spiegarvi

il rinunciare alla socialità

per la vergogna, della tua bocca

del tuo vestito vecchio e stretto

di anni ed anni…in cui

hai disimparato a stare insieme

per te è normale il scegliere

un vestito, per uscire di nuovo

questa sera

chi sono io…il pezzente

per dire a te che no!

non è normale, anzi è dolore

e persino umiliazione?

Una grande luce su nel cielo

lei non portava doni e conoscenza

non regalava chiarezza

non donava benefico calore.

Era quanto di peggio sia dell’uomo

la sua suprema sapienza ad ammazzare

La sua scienza

o quel che concepisce come tale

Quel giorno illuminò la sua follia

torcia d’orrore alla sua intelligenza

arca dell’alleanza con il male

Non c’è perdono

non c’è stato pentimento

Ancora oggi giochiamo con quel fuoco

Ce ne facciamo vanto

noi eleviamo

orrendi obelischi

alla sua gloria

a quella nostra convinzione

d’avere sempre

ragione con la forza

che sia possanza

a farne conseguenza

che il comando stia

in chi possiede

in chi stringe

in chi governa la paura



Siam fatti d’acqua…sì, d’acqua e di sale

siamo anime bagnate

intrisi dell’essenza della vita

noi abbiam maree, la luna ci influenza

nuotando ed è dall’acqua che noi veniamo al mondo

noi siam come bicchieri d’acqua e sale.

L’acqua racchiude tutta la nostra storia

l’acqua che è madre…che è memoria.

Quante ripetizioni servono

a noi per far poesia

d’una parola che già da sola canta

Acqua

che già da sola scorre.

Venditori clemenza e assoluzioni

voi spacciatori di preci e sacrifici

Voi che svendete Dio in confenzioni dono

Voi, venditori d’anime

voi mercanti

senza vergogna, senza conoscenza

voi che svendete il tempo e la memoria

voi fate merce di tutto ciò ch’è sacro

quel ch’è a disposizione

quel ch’è di tutti… di sora acqua che

a voi non appartiene

che non è cosa, che non è merce

ma essenza della vita.

Voi che riconoscete solo l’oro

voi che adoperate Dio per compiacervi

d’essere padroni d’ogni cosa vi circondi

Voi vestiti d’oro, voi mercanti nel tempio

pirati, ladri…mentitori, voi gonfi di potere

voi superbi.

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