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ALBERI

Nel Miglior mondo di cui voi ci parlate

il vostro “IO” fa la guerra e poi combatte

avido com’è per il potere e per l’affermazione

Voi che narrate l’inganno d’un amor che non vivete.

In quel che noi vediamo all’orizzonte … e dietro

L’io si dissolve in Noi

cercando l’anima ed ottenendo il cuore

cercando l’Uno… e il tutto.

In questo mondo fatto di competizione

fondato su sterminio ed abbandono

degli ultimi … degli altri … dei diversi

Di terra rubata e proprietà arbitrarie.

Noi crediamo nel cerchio e il femminile

Nella condivisione e la terra di tutti

Nel bene comune.

Quello che voi sfruttate e che vendete noi lo condividiamo

Come potremo sederci allo stesso tavolo?

Senza temere per noi e per il poco che ci lascereste da mangiare?

Senza che pretendiate ucciderci per questo

o perchè siamo troppi

o sol perchè vivendo noi occupiamo spazio?

Voi che per abitudine Alzate/alzaste l’ascia

piantate/piantaste paletti … urlando “Questo è mio!”

Voi che così funestate tanti dei nostri anni

con questa vostra storia e con la sua canzone

scacciando chi la terra l’abitava … per dichiararla vostra

a termini di legge

Scavandola e rubando i suoi tesori … come v’appartenesse veramente

quasi  non fossero un dono fatto a tutti noi 

Voi che chiamate questo Civiltà e Progresso.

Di nostro noi crediamo nello spirito

e diamo un altro senso alle parole

Noi confidiamo nell’ unità col tutto

Crediamo in quello ch’è circolare e orizzontale

Noi che la ringraziamo

Madre Terra per quel che ci ha donato e che ci dona

esaltando quel che dell’uomo è nobiltà … altruismo.

Quello ch’è solidale e condiviso

Noi che crediamo giusto d’essere, appunto, NOI!

Come potremo condividere il cammino

se il vostro fine è quel d’eliminarci … per farvi posto

Noi che crediamo d’essere parte e non padroni

Noi che pendemmo dalle funeste corde dei vostri linciaggi

donne … diversi …rossi, gialli e neri … eretici e pezzenti

Noi che popolammo i vostri roghi

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Quel che voi dite legge … ch’è solo imposizione

ch’è quello voi chiamate il vostro mondo.

Vostra è la visione e vostra la premessa

vostro il racconto … e vostra la morale

quello che non s’allinea poi lo definite folle

cupo, malato … fuori d’ogni creanza

L’uomo vestito in nero insieme al suo martello e alla sua croce

vi gartantisce il passo e cerca gloria

approvazione, applauso per sé vuole la ola

perchè d’ogni bandito egli è il terrore … forse

Fors’ anche no … che in fondo

Il delinquente è parte del sistema.

Soli, seduti all’angolo stanno … l’antagonista

con il diverso e l’altro …

più in fondo quel che non sa belare

che stessa sorte tocca a loro che al bandito

a stregua d’assassino son trattati

Perchè ancora più di quello … sono il nemico

Il turpe, l’avversario di tutto quel che’è vero e buono

di tutto quel ch’è santo e consacrato

Nemci della patria, disertori senzadio

bestemmiatori … eretici, spostati e folli

siete già condannati … senza perdono

nebbia

Di questa vita … che passa

in ogni giorno … un poco

un passo dietro all’altro e ti avvicina

a quell’antico luogo dove tutti andiamo.

Alla fine uguali … e nudi

così come siam nati.

Di quest’Amore che ci circonda

respira e vive attorno e intorno

così vicino … che siamo proprio noi

e non lo sappiam capire

e che non è passione … solamente

però la contiene

che non sale e non cala e che rimane lì

insieme a noi … per sempre.

Di questa voglia, che abbiam, di cambiamento

che ci accompagna ma che non ci conosce

perchè noi siamo sempre uguali … noi siam fermi

e non sappiamo andare … noi, con quel che scorre.

Di questo tempo ch’è il nostro

ma che noi abbiamo imposto all’universo intero

e l’abbiam chiamato scienza e postulato

come se fosse legge, però quel che sovrasta

che sempre ci stupisce, non lo conosce affatto

non riconosce queste cosucce d’uomo

Se voi foste sinceri

in quel che dite

si sentirebbe tutto intorno

lo sapete?

Se aveste il coraggio d’essere

quello che predicate

il mondo…il nostro mondo

sarebbe già cambiato.

Senza che poi il lamento

ne rimarcasse ogni ora

l’esigenza.

Se quel che chiediamo agli altri

noi lo donassimo

se non chiedessimo

nulla

in cambio dell’amore.

Se noi

Se tutti noi

sapessimo riconoscerlo

quando ci passa accanto

senza richiedergli

permesso e passaporto.

Se cogliessimo il senso

ch’è del sole,

D’un giorno nuovo che nasce

Dell’acqua che fluisce

del canto degli uccelli

delle stelle nel cielo

se fossimo, finalmente, nelle cose

e non padroni, presunti

d’ogni cosa.

Il Cambiamento non avrebbe nome

non dovrebbe mai essere chiamato

perchè sarebbe qui

figlio del tempo

padrone d’ogni giorno

Copiando infinite regole sino a cambiarne il senso

Sin quando le parole perdono il loro suono

Scrivendo libri sacri senza l’ispirazione

Come siam bravi a farlo…noi scribi e farisei

Noi i miscredenti, noi inventori dei roghi

Noi! Che adoperiamo Dio quando ci comoda

Ancora e come sempre!

Contendendoci un corpo…silente

disconoscendo l’anima che mai non muore

Coi nostri mille editti…con tutte le nostre grida!

Nostra vergogna esposta,vesti strappate

testa sporca di cenere,ma nessun pentimento

Quanto rumore inutile…per loro che stan zitti

Quante supposizioni, quante filosofie, quante morali ed etiche

Elette a verità fatte rivelazione

Quanti maestri, quanti grandi sapienti

per quel che non sappiamo, quello ch’è sconosciuto.

Fingendo conoscenza di quel gande dolore

di cui tutti parliamo

Senza, però, conoscerlo, senza saperne niente

Riempiendo nostra bocca a frasi fatte

D’ovvie imbecillità…molto meglio tacere,

Prego! Facciam silenzio!

Chè una ragazza è morta…e un’altro se n’e andato.

Loro! Senza rumore.

Loro ! Con un sorriso

Eppure il chicchiericcio, il vostro battibecco

non hanno avuto il bene della pace, non ancora!

Fateli andare!

Cosa aspettate, cosa volete ancora?

Son finalmente a casa, dovunque, poi , li porti quel sorriso

Noi qui

Noi disquisiamo, come sempre

Impaludati e tronfi…

vestiti in seta e d’oro

con stole color viola

diciam di possedere quello che non è nostro

quel che non ci compete…

facciam silenzio! infine

E finalmente salutiam chi parte

Altro che normale, altro che paziente

altro che ricco, altro che benestante

altro che borghese, altro che benpensante

semplicemente altro!

Molto più che deprecabile

straccione senza casa,

barbone inaccettabile.

Zingaro puzzolente

Onorabile congrega, signori della corte.

Portatemi sul palco, saponate una corda!

Preparate una pira e il fuoco, fatemi bruciare.

Chiamandomi eretico,dicendomi ubriaco,

chiamandomi drogato.

Ditemi che sono frocio, donna, handicappato

altro che non un uomo!

Definite di me poeta, palestinese,

schizoide e malnato

ditemi zingaro, anarchico, comunista

dite di me diverso, senza speranza

chiamatemi spostato…delinquente

Altro che sopportabile, altro che profumato.

Chiedo e non a voi, il diritto d’essere folle

questa è la parte che m’è riservata,

questo è il mio diritto.

Posso esser due, tre, oppure tutti voi

miserabile e solo…

sbattuto ai vostri limiti.

Folle guardiano del vostro giardino.

Reclamo d’essere sgradevole e di sputar nel piatto

mentre con le mani raccolgo il sugo secco

della vostra pelosissima pietà,

che non è compassione

Altro che sobrio, altro che benvestito

vivo nel vostro sogno, ma son sempre sgradito.

Altro da voi signori, mai rispettato!

Qualche volta un impeto,

un euro, un dollaro anche solo un decino

un bicchiere di vino.

Come una goccia d’acqua dentro al mare

d’un dolore antico che mi divora.

Per ricordarmi d’essere stato un uomo.

La testa poi si gira

l’occhio dimentica .

Altro che vivo, altro che presente

altro che esistente.

Semplicemente Altro che voi non siete

che non sarete mai…

perchè vita con voi fu generosa

perchè voi siete altro…un’altra cosa.

Attenti, non guardatemi che sono contagioso

altro che non t’aspetti

altro che impossibile, altro che non sia là

dietro a quell’angolo

Ehi dico a te, uomo

finto santo, vestito di nero

parlo proprio con te…

costruttore di roghi

Ehi!..sì dico a te

inventore ed acrobata…

Tu! Funambolo in doppia morale

Tu! Che parli di vita e sottointendi la tua

Tu! che vita difendi…dettandone regole e modi

Ti voglio parlare di vita,

di vera speranza

Ti voglio parlare d’amore

però questo tu , temo

non sapresti capire

Tu! Che sai giudicare

Tu! Che sai condannare

Tu! Che solo t’arroghi l’accesso

Rappresenti la sola morale. La tua!

Come fosse La Voce

Anche a voi io voglio parlare

d’un vero miracolo

compiuto però da paziente sapienza

dalle mani già sante dell’uomo

in nulla diverse da quelle di Dio.

Proprio voi che sputate sentenze

dè venite a vedere

che bell’oggettino è mio figlio

all’età di due anni

fosse stato per voi non sarebbe

Lo abbiamo fatto ancora, lo rifacciamo sempre

senza vergogna, noi ci arrampicheremo sino al cielo

Per minacciare il sole, con nostra sciocca freccia

Noi proprio non ci riusciamo ad evitarla

questa stupidità…che ci consuma

noi ne facciamo mostra, esibizione

come se fosse un vanto. Ostentazione

Noi l’avvolgiamo attorno a farci manto

Cercammo l’energia dentro alle cose

dimenticando quel che sta di fuori

non ci guardammo intorno

noi non chiedemmo ausilio alla natura

noi sol pensammo, piegarla al nostro arbitrio.

Perchè noi siam padroni, siamo i Re

Finti sapienti! Nostra arroganza, nostra maledizione

Noi stabilimmo fosse l’unica verità, l’unica strada.

Come fossimo noi ad enunciarne il passo

Come se camminar la strada fosse tracciarla

Come se nostra scienza fosse regola,

L’unica Verità…senza nessun errore

Come se decisione e volontà e disegno fossero nostri.

Come fosse diritto d’avere d’ogni cosa a consumare

D’essere padroni e signori, d’essere il centro

come se questo formicaio che abbiamo messo in piedi

fosse il Tutto

Ho pregato per riuscire a far silenzio

le parole mi hanno fatto solo male

questo dono che poi è maledizione

Cosa serve riempir l’aria di parole?

Son più vere quando siano tante e belle

Vuota forma dentro a vuota architettura

molto meglio il silenzio e la scrittura.

Vorrei fare questo voto di silenzio

per donarlo a chi ho ferito , camminando.

Nel silenzio, noi si riesce anche a sentire.

È l’ascolto seme di benedizione

Nel silenzio, noi si riesce ad osservare

quante volte me lo hanno ripetuto.

Ho pregato, non è detto che io riesca

la parola spesso incombe e mi comanda

Così, spesso, parla il nostro volador.

Ego entra, ego sta in mezzo alla piazza

nel silenzio lui non riesce a dominare

asservito come resta all’ascoltare.

Quando poi io son riuscito nell’ascolto

ho sentito nella voce dei Maestri

del cammino d’ogni anima nel karma.

Vorrei, il mio, oggi entrasse nel silenzio

non parole che si parlino da sole

non rumori, di risposte senza senso

 

 

Come dirti, d’affetto

conquistato…così

mano a mano

trasformando passione

in amore sincero

come dirti del senso…

della profonda fiducia

come poi raccontarti

di quell’ammirazione

di quel senso di stima

sono frasi già dette

complimenti già fatti

retorica in fondo

nel passare degli anni

io poi che le odio

parole già dette

io poi che ci sputo

su frasi già fatte

Io ti voglio narrare dell’anime

del loro incontrarsi

io ti voglio narrare del tempo

che passa e degli anni

che noi condividiamo

io ti voglio parlare di strade…

Non ti voglio annoiare

Voglio farti sognare

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