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Noi qui! Che siam poeti si, ma laterali
che non lasciamo impronte nella storia
non inventiamo metriche
e nuove regole
Noi ! Che non rinnoviamo i contenuti
Cerchiamo solo il senso e un poco il ritmo
cerchiamo solo il dire qualche cosa
Affascinati siam dalla parola e dal potere
che essa contiene … che ha
Noi! Che cerchiamo disperati il nostro dire
che poco si conosce e nessun legge
Noi non compariremo sopra ai libri
nelle grammatiche e sulle antologie
noi non caratterizzeremo il nostro secolo
nessuno citerà nostro passaggio
eppure siamo qui … nel dir parole
e nello scriverle
cercandone poi, comunque, il fascino.
e la cadenza
Noi siamo qui, passati in questo mondo
ne abbiamo scritto e abbiamo detto
pur se non siam citati,
pure se i mostri critici di noi non rendon conto
e non annotano, non ci misurano
parola per parola
trepidanti, cercando comprensione al nostro detto
Noi che restiam dettagli … note a margine
eppure siamo stati … qui
e abbiamo anche imbrattato questi fogli
Ho dello scritto altissima opinione
della parola rispetto … so che può dire
volendo… sia d’emozioni che di sentimenti
giocando con Empatia e con Verità.
Essa si sa ti può ingannare
o rimirare sè stessa all’infinito
girando attorno al senso … senza significato.
Può dare forma all’odio, narrare l’intolleranza.
Può descrivere dell’anima intuizione
dell’immanente e dell’alto … narrare l’infinito
o quel che umanità riesce a intuire.
Mia madre non mi volle dialettale
mi seguì, donandomi la lingua.
E la parola per me oggi è la vita.
Se non l’avessi sarei morto mille volte
nei mille angoli di questo nostro mondo
dove, io con fatica, son passato.
Mi si perdoni se l’amo e la so usare
non è per vezzo, non guardo il mio ombelico.
Non rimiro me stesso e la mia penna
mi piace, invece, vederla scivolare
o ammonticchiarsi sino a dar senso e forma.
Sino al al Dire, al Descrivere … al Narrare.
Che sia prosa o poesia, poco m’importa
delle parole io ho rispetto … le capisco
Eppure non son uomo d’accademia.
D’intellettualità io non ostento, quel che non sono.
Però , fatemi grazia …
lasciatemi del dire e del narrare il gioco
È morto … è mancato
un altro testimone se n’è andato.
Un guitto sbraitante.
Eppure era un grande sapiente.
Si sedette dalla parte del torto
Accomodandosi … ben più d’una volta.
E restò … lì seduto sì lontano dal tempo
stabilendo il suo passo …sulle assi d’un palco.
Gridando del mondo e se stesso.
Era un guitto sapiente … nno zanni impudente.
È morto chè morire si deve
inseguendo, come sempre, follia.
Il gran dio degli attori
di lui fece una faccia da maschera
facendogli dono dell’immenso potere
d’una grande risata.
Ed egli giocò con la propria arroganza
con se stesso e il suo Ego.
Esponendosi al mondo
ben più nudo d’un verme
come i re cun i quali giocava
e sberleffo e risata
così li denudò sulla pubblica piazza
inchiodandoli all’irridente berlina.
Mentre lui … lì seduto
dell’universo e se stesso rideva
di giandiego
Sto invecchiando è innegabile, metodicamente, inesorabilmente, quotidianamente. Resto io, però, e questo, forse è peggio.
Mia madre diceva che in ogni 70enne (io ne ho solo 61) è imprigionato il ventenne che era e grida d’essere ancora lì, chiede che qualcuno lo ascolti.
Aveva ragione, ma la saggezza serve davvero a qualche a cosa? Per carità non fraintendetemi so che serve. Non sono un depresso, non odio la vita, non guardo spaventato al mio domani (anche se avrei qualche ragione per farlo). Non voglio intrattenervi con i miei mali, le mie paure ed i miei acciacchi, i miei fallimenti e le mie povertà, anche se ne avrei da raccontare.
Voglio soltanto fare una domanda … ne vale davvero la pena? Oppure nascondiamo la nostra paura della morte travestendola da saggezza, raccontando le amenità dell’età adulta e della vecchiaia, ed indorando pillole che non vogliamo ingoiare?
Pensavamo così a vent’anni? Io no … non vedevo i quaranta, figuriamoci quelli dopo.
Davvero questo è il meglio? Questa normalità noiosa e ripetitiva, questa paura di ogni cosa che travestiamo da sapienza. Questo terrore del cambiamento e questa fame di tranquillità… di stabilità?
Questo andirivieni fra ospedali, ambulatori, internisti, dermatologi, oculisti, dentisti, fisioterapisti … ma davvero? Tutto per prolungare la nostra miserabile esistenza di qualche mese?
Forse questo discorso vale solo per me che sono diabetico, cardipatico … zoppo e invalido, ma temo che non sia così … quando vado in giro per ambulatori (ormai uno dei miei lavori a tempo pieno)ne vedo tanti … vi incontro tutti. Casa fate lì? Accettate il compromesso con Big Pharma per vivere ancora un giorno?
Sex, Drugs & Rock and Roll … le moto rombanti, On the Road Again … The Rolling Stones, The Beatles … The Moovement, ma davvero?
James Dean e le macchine potenti … o anche solo le barricate in difesa di un’idea. Il fuoco delle molotov. Morire in uno scontro a fuoco per qualche cosa in cui credi davvero … siamo proprio sicuri che ne valga la pena? Di questa cosa, post mezza età, che si tinge sempre più da vecchiaia, che accoglie la dimenticanza privandoci anche della memoria?
É saggezza o è solo una scusa per modulare la nostra paura della morte? È questa la saggezza che ci maturerà spiritualmente … la rassegnazione al decadere?
Non sto istigando al suicidio, mi faccio solo domande … le faccio a voi (ammesso e non concesso che qualcuno perda del tempo a leggermi).
Soprattutto perchè, poi, è fra quelli della nostra età che il potere annovera i più strenui difensori … gli amici più fedeli. l’ultima frontiera dell’indecenza. Proprio noi che volevamo affossarlo e distruggerlo oggi siamo sull’ultima frontiera con in mano la nostra scheda elettorale.
Sono un fallito, un povero, uno scrittore degli ultimi … un poeta da strada, per questo motivo parlo così?
In un batti e ribatti on line con Baccini (il famoso e noioso cantante melodico-finto rock) Lui mi ha definito “noioso mentecatto” … ed ha aggiunto “ … si definisce poeta e filosofo di strada … questo dice tutto”.
Quindi ragione di più, non abbiamo bruciato la nostra vita sull’altare della Gloria, non abbiamo Fama e Danaro nè costosi Status simbol da mettere in conto ad avvalorare il nostro percorso (pur essendoci passati moltissime volte vicini) … i più fra noi (almeno io lo sono) sono scrittori compulsivi non letti, poeti auto-referenti. Filosofi da discarica … ed allora? Era questo che vedevamo nel nostro futuro a vent’anni. Parlo per me, con voi … di me, di voi, di noi? Difficile dirlo.
Non abbiamo nemmeno cambiato il mondo … e stiamo invecchiando … i più (non io che sono un ultimo) funzionando da bancomat per le nuove generazioni spiantate e perdute (e forse per questo ruolo è giustificata la nostra esistenza).
Sex, Drugs & Rock and Roll … ha segnato gli anni della nostra gioventù che fossimo sistemici o antagonisti, poco importa … il modello era quello. Che poi fosse un fanfaronata … un boutade, può essere , ma ne siamo poi così sicuri … Per molti dei nostri modelli fu regola di vita ed anche il senso. I miti, nella stragrande maggioranza morirono a trent’anni. Quelli che sono durati possono forse essere divenuti dei Guru, ma non saranno mai delle “leggende”
Oggi siamo qui titubanti a pietire per un giorno in più … accettando l’idea di questi anni farmaceuticiche ci allontanino da Sorella Morte (quasi fosse possibile e realistico rimandare l’ultimo appuntamento, come se non fosse tutto già scritto)che ci spaventa più di ogni altra cosa con il suo mistero implicito.
Siamo divenuti padri, alcuni buoni altri meno (io meno) … alcuni sono nonni, altri no … e moduliamo saggezza e frasi fatte, per non ammettere a noi stessi d’essere monumenti al compromesso, noi così snob: popolo bue … ricettacoli di viltà.
D’essere pronti a venderci anche l’anima per qualche minuto in più
(si ringrazia l’infinita fonte d’ispirazione fotografica di foto(di)vagando)
Testimone son io di questi anni
che di stoltezze e di vergogne antiche
e nuovi inganni … eh sì ne han visti tanti.
Passare dentro al tempo e nella storia
Uomini di potere affastellati
fra loro fortemente raggrumati
che si inventaron saggi e assai sapienti
ed eran stolti e sciocchi ed ignoranti
Cose già viste in un mondo senza tempo
di vecchi camerieri e ignote serve…
Compunti maggiordomi con tanto di marsina
che visti da qui sotto
sembravan d’esser re ed erano servi
Stupidi burattini aggrovigliati.
Noi qui … stupidamente a far di conto
insultando le pale a luridi mulini senza vento.
Testimone son io ma siamo tanti
troppi … ci accontentammo d’uno ruolo
d’una comparsata alla commedia
… solo una maschera
d’esser coscienti e del saper vedere
del saper leggere e non facemmo altro
… sinché più non capimmo.
Ed ora e qui vivamo in confusione
con la modernità che si fa beffe
camminandoci in faccia e sopra al cuore.
Schiacciati dentro a un vortice selvaggio
che parla lingue antiche eppure nuove.
Non trovammo parole e le ragioni
… che in fondo oggi
è un giorno buono come un’altro per morire
Vivemmo la paura qui … sopravvivendo
ai nostri anni ed alla nostra storia
Costruendoci attorno una bottiglia
perchè la merda non ci schizzasse addosso
Ma essa entrò dall’alto e dentro al collo
sino a imbrattarci … sporchi ed odorosi come tutti
Dico quel che dico perchè scelsi … un giorno
d’essere quello che sono … esattamente
Ed ora e qui vi parlo e mentre penso … scrivo
di quel che è sogno che è anche quel ch’io credo
Lo costruii nel tempo con il passar degli anni
lento e fatale scorrere di questi miei minuti
scoprendone il racconto passo a passo
giorno per giorno che ancor non ho finito
goccia su goccia non smetto d’imparare
non è concesso il fermarsi in questa vita
Lo stupore e il canto ed il terrore
con la paura e insieme lo sconforto
d’ogni risvolto io bevo
comunque e sempre avvolto
che sia chiaro od oscuro … che sia gioia o dolore
Son qui scrivendo cercando la saggezza
e non m’accorgo quand’essa passa accanto
perchè come quei molti che sempre un po’derido
Io sono cieco e stolto supponendomi poeta
Io che non compaio che non son letto
che nessuno ambisce a pubblicare
Pensando a questi anni e al loro segno
Dotti e sapienti certo non cercan me
e le parole volano e si perdono
inutilmente scritte pensate per il nulla
Che avreste voi da perder
in questo vostro mondo
che voi voleste così
vestito d’apparenza e forma vuota
senza nessun costrutto
Di queste vostre cose materiali
d’una tecnologia che voi elevaste a scienza
Di questi vostri oggetti
che vi fan rappresentanza
di quel che siete
di quel che non sapreste dire più
da tempo non leggete più una fiaba
e da altrettanto voi non ne raccontate
Voi l’avete permesso e ve ne siete …
dentro nel vostro cuore compiaciuti
Di vostra anima avete perso il segno
di quel che voi davvero foste il senso
ed al suo posto un bene materiale
un po’ di roba, un segno … un oggetto prezioso
che vi narri e che vi rappresenti …
Di quel che non sapreste raccontare
Quel che apparenza vuole e vuota forma
Di quel che avete fatto e del successo
Del potere, dell’influenza, del pensiero comune
Di quel modello di mondo che volete
Che avreste voi da guadagnar dal cambiamento?
Se vostra famtasia non spinge ed immaginazione muore?
Se è normalità nel desiderio
stabilità, controllo, sicurezza
Solo potreste perdere
e questo lo sapete
perciò attorno a voi non cambia nulla
Restate fermi lì
vecchie farfalle morte dentro all’ambra
C’è qualcosa più in là! Non v’è alcun dubbio
l’umanità non può…finire in questa pozza
di sangue e vomito … di rabbia e nausea
Ci dev’essere qualche cosa più in là
o sopra o sotto, anche di fianco sai …
purchè sia lì per consolarci il cuore
ed anche un poco per conservarci l’anima
E non ci importa di dargli un nome ed uncolore
Non ci interessa che abbia una bandiera
Basta che sia qualcosa
per cui valga la pena, che abbia senso
che possa riempire i nostri cuori …
anche per poco, Sì! Anche per sempre
e non solo di odio e di rancore
Qualche cosa che stia più in là
di questi muri … di queste foreste d’antenne
del filo vostro fatto di spine e di cancelli
Qualche cosa che sia dell’uomo e dell’universo
Condiviso ed unito
Diverso ed uguale
Sicuramente c’è io l’ho sentito
dentro di me, mi parla tutti i giorni
eppure … io diverso ed io eguale
e in fondo sempre io … che cosa vale?
Anche soltanto un sogno, una chimera
datemi qualche cosa
che non sia codesta merda e il fumo suo
In questo mondo uguale in ogni giorno
In quest’umanità così confusa … e crudele
In quest’egoismo … In questa competizione
Che gara triste sì, che triste gara…
non c’è premio alla fine
non c’è medaglia …
perchè là dove si deve
alla fine sai si arriva nudi
eppur ve l’ho già detto … ed io lo so
e solo il tuo percorso ha qualche peso ..
se non altro per te
per fare in modo d’addormentarti in pace
Anime sparse … camminano
riempiendo il largo … invadendo lo stretto
scorrendo su strade e piazze … alla ricerca
di quella luce che s’inventarono
per ritrovar la strada quand’erano lontane
D’antichi libri e polvere e vecchie parole
sempre le stesse … con le medesime storie
sempre quelle.
C’illusero d’essere unici
ci fecero individui originali.
Noi che eravamo branco
ci ritrovammo soli
e ci dissero … inimitabilmente unici
e ci narrarono la medesima favola
uguale per tutti … ma uno ad uno.
ad ognuno convincendo d’essere il solo
l’unico che l’ascoltasse … ed il migliore
e ci divisero per stabilir per sempre
chi fosse il più forte … chi avesse il potere
ed ora vaghiamo cercando soluzioni
dimentichi d’essere noi, prigionieri dell’Io
anime sperse che cercano un posto
un luogo … una magione avita dove poter sostare
noi che potremmo, noi che siamo nel tutto
noi che siamo parte d’un infinito amore
noi che dimentichiamo … noi che ignoriamo
noi che ci siam perduti …
e loro che ci han guadagnato
Abbiamo perso qualcosa
sulla strada del nostro cammino
Non ci voltammo quando avvenne
compresi com’eravamo nel viaggiare
presi e distratti da gli oggetti incantanti
che tenevamo in mano camminando
Non lo trovammo più … perso per sempre?
Abbiamo perso qualcosa senza accorgerci troppo …
senza badare …
Gocce di umanità …scaglie di compassione
il sentire e l’essere .. quel che ci fece umani …
E divenimmo duri come pietra e chiusi …
come le vecchie cozze… pieni di sabbia e di rifiuti
bestemmie ambulanti contro noi stessi
e quel che chiamammo Dio
Abbiamo perso qualcosa
In bracci di mare
sui nostri cannoni
nelle competizioni assurde
che definimmo vita
con i nostri paletti
a definir possessi
chiudendo nostra casa e nostro cuore
inseguendo follemente nostra paura