You are currently browsing the category archive for the ‘politica ed alternativa’ category.

di giandiego

Ne parlo spesso ultimamente, il richiamo all’attraversamento biblico (forse mai avvenuto, per altro) è evidente.

Il mio deserto però non è solamente quello della mera partecipazione pseudo-politica … esso è conseguenza e non motore, in realtà la partecipazione avviene, per ragioni sbagliate a mio umilissimo ed inutile parere, ma avviene.

220.000 ad un concerto, più annessi e teledipendenti non possono essere ignorati. Le file infinite con campeggio agli outlet o davanti ai grandi rivenditori di tecnologia, nemmeno. Il popolo del tifo calcistico o quello dell’adorazione iconografica del guru infallibile di M5S ancora meno.

I francesi e gli Italiani sulle strade del Tour o del Giro … sono lì a dimostrare che la gente c’è ed esce dalle sue case.. Salvo poi essere quegli stessi che lincerebbero un nero solo per il colore della pelle e sulla base di un equivoco e che omettono di difendere i propri diritti calpestati.

Un poco come i popoli che riempivano le piazze dei tiranni 900centeschi o quelli moderni che cacciano gli stranieri, naturalizzati e nel pieno diritto, dalle case popolari a Tor Bella Monica. Ci sono quindi anche se per ragioni terribilmente stupide.

Il mio deserto è molto più sottile, terribile e persistente ed è legato alla coscienza, ai valori, alle scelte di vita. Della visione del futuro e del presente, delle speranze che si covano in petto e che a volte si condividono con altri in cerchio … o anche solo passeggiando per le strade di una città.

Il mio deserto è quello del sentire comune, che ignora il Congo ed il dramma eterno dell’Africa provocato dalla nostra arroganza e dalla volontà, genericamente occidentale, bianca e primomondista di permanere nei propri sprechi e nella propria ostentazione di benessere formale.

Il mio deserto è quello di quel che si dice e si fa, quasi senza sapere, inconsapevolmente bevendo un caffè in una mattinata qualsiasi … o in Lunedì ipotetico di una qualsivoglia settimana dell’anno. È fatto di discorsi e luoghi comuni, di frasi fatte ripetute all’infinito … è il deserto della propaganda sistemica, delle teorizzazioni di Goebbels, che con la sua ombra nefanda aleggia sulla modernità.

Il deserto ch’io temo è spirituale, costruito sulle convinzioni dogmatiche di religioni preconfezionate inventate e volute dagli stessi che inventarono la Guerra. Il senso è ovviamente metaforico non sono un imbecille che pensa ad un uomo che l’abbia davvero inventata.

Guardandomi attorno mi vedo, troppo spesso solo, e la condivisione eventuale e, sempre più spesso parolaia e formale … vuota ed occasionale, legata al momento, anzi addirittura all’incontro accidentale, virtuale o meno. Un tempo le si chiamava parole di circostanza … chissà come le definisce oggi la modernità.

Attraversare il deserto, nella metafora biblica, il popolo d’Israele non lo fa da solo, individualmente, ma in gregge (certo l’idea razziale di superiorità e legame univoco al divino è sempre presente, ma non ci avrebbero scritto un libro altrimenti) Oggi non ci è dato nemmeno quello, perchè sin troppo spesso le condivisioni di percorso sono persino più formali delle parole di circostanza che prima citavo.

La realtà oggettiva, cui si richiamava spesso Stalin per giustificare sé stesso, impone questo viaggio, ma l’aridità dell’intorno è tutta nostra, personale ed interiore. L’assenza di oasi o di gioia … o più semplicemente di una condivisone compassionevole, così come la mancata nascita e crescita di comportamenti altri e diversi da quelli del sistema … dipendono da noi e siamo sempre noi a negarceli. Noi a svuotare del senso spirituale ed ideale i nostri convitti, noi ad affidarci al pragmatismo dogmatico e sterile nelle nostre polemiche … Noi ad ignorare i contenuti , il senso, l’essenza e lo spirito nelle scelte che operiamo e melle strade che intraprendiamo. Noi che non parliamo mai di noi, ma sempre d’altro d’esterno, economicista, formale e strutturato … lontano dal senso del nostro camminare sulla sabbia.

mouse
(Riporto nell’aderire a questa iniziativa dei blogger, integralmente il post di Rosa su Eliotropo, non saprei dirlo meglio ed il suo scritto rispecchia fedelmente il mio pensiero, mi spiace non averlo fatto per tempo, ma aderisco, sebbene con colpevole ritardo, all’iniziativa. La libertà è un bene comune e fragile, va difesa, altrimenti si rischia di perderla. Giandiego)
Aderisco con questo post all’iniziativa dei blogger “La Libertà non è un bavaglio”, lanciata da Cavaliere oscuro del web  e da Daniele Verzetti Rockpoeta in difesa della libertà della rete.
È proprio vero! I censori, gli inquisitori… gli occultatori di verità non demordono mai.
Ci hanno provato svariate volte, via via infettando e corrompendo anche coloro che si erano inizialmente opposti a loro. Diversificando, isolando, creando ghetti e differenziando. Inventandosi le ragioni che servissero loro per mettere la mordacchia alla rete. Ora è il tempo delle bufale o Fake News come preferiscono chiamarle per darsi un’aria 4.0, anche se nel loro cuore e nella loro testa c’è il medioevo ed i roghi con gli eretici bruciati.
Il disegno di legge, questa a volta è a cura della On. Adele Gambaro
La tematica è un travestimento per un’intenzione vecchia come il web, cioè il controllo della rete e delle notizie che viaggiano al suo interno. L’azzeramento delle possibilità di “esistere” per tutto ciò che non sia consacrato, riconosciuto, controllato ed appartenente al mainstream.
Il pretesto potrebbe essere qualsiasi altro, ma questo delle bufale è una scusa plausibile e tanto basta.
Non vi è alcuna chiarezza su chi controllerebbe i controllori ed ancora meno su chi dovrebbero essere costoro ed a che titolo e per conto di chi agirebbero. In compenso vi sono proposte di una forte burocratizzazione, controllo, una serie di step posti a condizione che inasprirebbero in modo notevolissimo le difficoltà a trattare le notizie in rete, che renderebbero impossibile qualsivoglia gestione non “consacrata e permessa”, cioè azzererebbero il potenziale contro-informativo della rete stessa.
Perchè diciamocelo è questo il loro obbiettivo.
La contro-informazione ed il contro-potere (già i primi effetti si notano, ancor prima che la legge divenga altro che non un foglio del parlamento con ventisette firme, sugli informatori scomodi e di confine quali per esempio ByoBlu).
Questa azione contro le Fake News impedirebbe, sostanzialmente, a chiunque non fosse un’agenzia di stampa riconosciuta di trattare le notizie. Quasi che i giornali “ufficiali” raccontassero solo la verità, quasi che le notizie false fossero davvero implementate e nutrite dalla rete e non dal sistema stesso che fa della menzogna e della manipolazione il proprio nutrimento.
Aderisco quindi con questo post all’iniziativa e sono disponibile ad essere presente ad eventuali sviluppi.
Rosa Bruno

Blog/siti, forum e pagine social che aderiscono all’iniziativa:

L’Agorà

 
 

Vincenzo Iacoponi

liberta

papaveri-iiii

di giandiego

Nel parlare di politica e comunque di cambiamento o rinnovamento nel sociale; soprattutto quando ci si inoltri nelle “ragioni ideali” (sebbene ormai davvero pochissimi abbiano numeri e ragioni per farlo) di quel che si dice e/o si fa, i riferimenti storici e le citazioni si sprecano.

Se fosse solo per la mole immensa di richiami al pensiero di grandi del passato di cui si fa spreco … bèh avrebbero tutti ragione e non si comprenderebbe come mai, nella pratica, in così pingue ammasso di buone idee e di ottime intenzioni possa produrre risultati moralmente, eticamente e spiritualmente così miserabili. Quali la politica dell’oggi in Italia, in Europa e nel Mondo riesce, implacabilmente, ad ottenere.

Non solo, nello specifico parlando d’alternativa sistemica, cioè del “cambiamento di paradigma”. di quell’evoluzione spirituale e pratica di cui tutti, ma davvero tutti, ormai si riempiono la bocca, non si comprenderebbe la atomizzazione (frammentazione è definizione blanda)infinita e perenne che è pratica normalizzata di quello che dovrebbe essere il “fronte progressista”.

Ammesso di voler omettere (fingendo bellamente che non esista una Èlite che la pratica quotidianamente) da questo discorso e solo per un momento la realtà della divisione in classi. Anche limitando il confronto ad un banale “progressisti vs. conservatori” … resterebbe, comunque una divisione drammatica e triste in mille ed un rivolo.

Tutti questi rivoli, l’immensa mole di queste scuole di pensiero hanno riferimenti comuni. Nella compulsione delle citazioni farebbero  e fanno riferimento, ben più di una volta, a dotte analisi e ad accadimenti storici molto, molto simili, se non addirittura eguali.

Eppure, nel qui ed ora, di fronte alla quotidianità ed all’azione reale … ad ogni tre persone d’AreA che si incontrino per cooperare corrisponderebbe prima o dopo una scissione.

Per carità! Ve ne sono alcune, nella storia ed anche nella contemporaneità, che hanno ragion d’essere, anzi sono doverose. Però resta il dato dell’incapacità ad essere Fronte. Non sto parlando solo di lotta, di epiche discese in piazza di masse compatte, di fronti popolari tesi verso il sole dell’avvenire … no!

Parlo anche e più semplicemente di “masse critiche” che con la loro volontà creano spostamenti nell’opinione, dando propulsione e stimolo all’ipotetico confine della civiltà. Verso tappe e traguardi di elevazione ed acquisizione di autonomie e libertà. In difesa ed implementazione di diritti universali e fondamentali … verso una umanità più elevata e migliore.

Parlo della libertà di pensiero e dell’influenza reale e sovranità che un popolo opera con la propria volontà sulla politica e sulla realtà storica.

Parlo di quella pulsione, non necessariamente violenta, ma sempre pregna di forza reale, che produce i veri cambiamenti. Quella che ha fatto scrivere e cantare “La Storia siamo noi”.

Spesso gli inventori di rivoletti, i leader carismatici di gruppuscoli atomizzati momentaneamente e strumentalmente uniti, sono dotati di grande dialettica e di acume storico.

Si sprecano nella citazione di questo o di quel saggio, di questo o quel guru o santo a controprova e certificazione del proprio diritto ad essere gli unici portatori di fiaccola.

Perdendosi ed avvalorando le ragioni delle proprie eccezioni dal vicino e similare, proprio in virtù della corretta interpretazione di questo o di quel pensiero.

Dimostrando tutta la tragica e condivisa incapacità degli esseri umani a rendere le cose comprensibili e ad accettarne la semplicità.

L’ho detto spesso in questi anni, nelle istanze infinite di una ricerca di unità che nessuno realmente voleva, lo ribadisco. Lo “stare insieme” il “fare fronte” non dipende, fatte salve alcune premesse fondamentali ed irrinunciabili, da profonde e dottissime analisi comuni. nè da geniali idee di raffinati e colti intellettuali d’area. Dipende, quasi unicamente, dalla volontà, dalle premesse, dall’assumere l’unità nella chiarezza come valore fondamentale e portante.

Quanti partiti personalistici ed infinitesimali pseudo-comu-socialist-progressisti calati dall’alto dovremo vedere, ancora? Prima di comprendere che il cambiamento vero produce da sé stesso le proprie idee, i propri riferimenti ed i propri leader.

Che premettere degli interessi di gruppi d’influenza serve solo a ricercare l’ennesimo fallimento?

Quante lotte fra bande, fazioni congressuali, piccoli complotti estemporanei da operetta, quante alleanze di comodo e di periodo temporizzate dovremo subire prima di crescere davvero?

Parlo per tutti, anche per me, anche per noi … anche per la fazione, che pur ritengo sensibile, intelligente e saggia a cui appartengo.

Quanti dotti riferimenti, quanti saggi … analisi comparate dovremmo operare prima di cercare l’assoluta semplicità del cambiamento reale e veramente progressivo.

Prima di comprendere che premettere condivisione, orizzontalità, solidarietà, compassione, anticapitalismo ed antiliberismo, socialismo è più che sufficiente, anche se indispensabile.

Che modificare partendo da noi è, in realtà, semplice come una “scelta di vità” e che l’ascolto, la disponibilità, l’accettazione dell’altro, pur nella chiarezza delle differenze fra chi costruisce ponti e chi invece muri … sono complementi fondamentali.

I libri, le elucubrazioni … i dotti riferimenti … il passato, vanno certamente studiati e tenuti presenti, fanno parte del bagaglio, ma non sono tutto il bagaglio.

Non devono essere un peso ed un limite, ma un sollievo ed un aiuto.

Il Qui ed Ora è adesso … ed il mondo si cambia esattamente qui non ieri e nemmeno domani, con la semplicità di cambiare noi stessi.

controlucef

di giandiego

È funzionale al gioco micidiale di chi detiene il vero potere nel mondo che ognuno sia schierato in un piccolo campo, delimitando il proprio intorno a suon di cazzotti … tifoso della propria fazione, perchè è dell’energia che scaturisce dallo sfregamento di queste fazioni ch’essi vivono, anche.

Delle armi vendute a ciascuno dei contendenti, le stesse … per la difesa insulsa di verità diverse ed ugualmente parziali ed inventate apposta perchè si perda tempo e vita a difenderle.

Loro vivono dell’economia costruita sulla paura (della morte, della malattia, del nemico, del diverso, dell’altro, della perdita … della povertà, del bisogno, della rabbia crudele di una divinità inventata) e sulla necessità di difendere la propria inutile e farsesca “proprietà privata” i propri valori appiccicaticci e raffazzonati intorno a false bandiere.

Loro (questi loro che alla fine in un modo o nell’altro siamo sempre noi, basterebbe volerlo) che possiedono il mondo ragionano su di noi come con i piccoli carri armati diversamente colorati d’un Risiko impietoso

Dove morti, feriti e nazioni perdute o conquistate sono solo statistica.Dove la vita e la morte fan parte d’un gioco a dominare, d’una stupida gara a chi è più forte o ce l’ha più lungo . Il tifoso però questo non lo sa … o non lo vuole sapere (in realtà l’evidenza è lì, basterebbe guardarla), finge di non vedere ciò che è evidente per lui conta solamente la bandierina insulsa della sua fazione ed è tanto più sciocco, ridicolo e tragico che sia così, facile, vedere quel che è evidente .

Tanto facile quanto lo è negarlo, lasciandosi andare all’ipnosi ed al non-pensiero che sorregge ed assopisce il dolore della coscienza, illudendosi di vivere il miglior mondo possibile.

A chi guadagna su tutto va bene così , non importa affatto chi sia il terrorista, l’importante è che ci sia e che faccia paura. Non è affatto importante sotto quale bandierina del cazzo, compia la propria tragica, assurda impresa, anzi se gli mancasse una qualsiasi bandiera, gliela regalerebbero … cucita e colorata per l’occasione. Inventando per lui confini e campanili … ragioni per cui morire e frontiere invalicabili da difendere … qualche divinità gelosa e crudele da glorificare

Suvvia un nemico da odiare non si nega a nessuno, una bella fazione contraria da distruggere fa bene al mercato.

Nulla rilancia un’economia meglio di una bella guerra … ancor meglio se butta giù tutto. Non importa per chi muore … l’importante è che non manchi mai un Kamikaze disposto ad immolarsi per un’assurdità qualsiasi.

Perchè questo è il Sistema … questo è il migliore dei mondi che li ha fatti così ricchi e sempre questo è l’Unico Mondo Possibile che li manterrà dove sono.

straccio

di giandiego

Molti sbraitano, progettano, si illudono, quantomeno in questo contesto ed allo stato, vagheggiando di una visione alternativa maggioritaria.

Teorizzando Masse Critiche e grandi mutamenti in nome di una coscienza diffusa e realmente influente nell’ordine delle cose. Credo umilmente sia necessario fare i conti con la realtà, porsi obbiettivi possibili se davvero si vuole, in qualche modo, influenzare e dirottare la corsa suicida di questo sistema. Leggi il seguito di questo post »

 

FILE4829

di giandiego

È, forse, una posizione solo mia?!

Per questo decido di esprimerla tramite il mio blog, senza accampare le mie qualifiche politiche e senza attrribuirmi tutti gli anni del mio percorso. Senza menzionare se non brevemente in questa parte le mie scelte , come quella d’essere socialista e libertario. Poco importa se la solitudine è il mio retaggio, la esprimo.

Da più parti mi raggiunge la narrazione di una visione di mondo, in fondo, condivisa.

Certo degna di critiche e sensibile ai miglioramenti, ma in fondo … consona ed accettabile. Nella descrizione per esempio dei bei tempi passati in cui, nonostante la DC il mondo era migliore … o della fattiva collaborazione del dopoguerra.

O peggio rispetto all’oggi, l’acquisizione di questo stato di fatto, in fondo l’unico possibile che rispecchia gli equilibri conquistati in lunghi anni di presunta civiltà. La constatazione e la resa d’essere nel miglior mondo possibile (rimuovendo gli errori terribili di un’umanità folle e votata all’autodistruzione, che accetta una definizione verticistica ed elitaria del proprio ordinamento sociale)

Credo sia pura ipnosi, una visione procurata dal Sistema, coltivata ed indotta. Attraverso l’uso del consumismo e nutrita di questa stessa illusione di ricchezza materiale. Mutuata dall’uso dei media e delle religioni, ma soprattutto nell’oggi dalla modulazione della paura.

La scomparsa di ogni forma di vera spiritualità, pur ammettendo come questa sia stata usata negli anni per il controllo è polso di questa manipolazione, ma altro e molto peggio è il materialismo (e non si intende qui quello storico, che è metodo d’analisi e non scelta spirituale e filosofico-etica).

STA DI FATTO CHE UNA CULTURA SISTEMICA E DI DIFESA DELL’ESISTENTE FACCIA BRECCIA ANCHE FRA I MIGLIORI, PURTROPPO.

Questo si manifesta in svariate maniere e culmina, nel comportamento dello pseudo-progressismo collaborazionista e nei suoi derivati minoritari di supporto e contorno

Il Piddismo, il pisapiismo, il SeLlismo e certo colabborazionismo pseudo-socialista, così come l’enorme area grigia della politica Il fiorire di aree centriste, più o meno orientate a destra … ed anche il perbenismo grillino, ammantato e travestito da ribellione del nulla fanno parte di questi comportamenti e sono in fondo impastati nella medesima creta, con modulazioni differenti della medesima accettazione di fondo del sistema.

Credere nel cambiamento è altro, camminare sulla sua strada è assolutamente e certamente altro.

Esso deriva da una scelta di fondo, da un’operazione di profonda ridiscussione operata sulla propria stessa esistenza, causando spesso modificazioni profonde della propria stessa vita, abitudini alimentari comprese, atteggiamenti, comportamenti … visione.

Questo s’è detto spesso, io sin troppo forse, ma è questione centrale, se la visione altra non passa attraverso noi, difficilmente potremo superare la dicotomia della programmazione sistemica, ed il nostro “cambiamento” sarà una dichiarazione formale.

Ed è inesorabile, normale e prevedibile che questo gigantesco nodo giunga prima o dopo a trovare il suo pettine.

Essere minoranza è difficile, esserlo filosoficamente e spiritualmente lo è ancora di più, perchè implica il rifiuto delle fascinazioni sistemiche. Troppo semplice ribellarsi al nulla o solamente a parole … si sa VERBA VOLANT … e mai come in questo caso, quando si parli di mondi altri e possibili l’assenza della “pratica” è visibile, palpabile.

In fondo cos’altro fanno se non difendere il proprio ristretto mondo di privilegiati e comodi coloro che chiamiamo politici? Cosa se non accettare il sistema che li favorisce? Ed allora se le cose stanno così quale se non il rifiuto del Sistema è la strada del cambiamento?

S’innoridisce di quel che si è disposti a fare … è forse questa la verità? Dei moralisti domenicali ed hobbystici vedono forse sé stessi nelle perorazioni superficiali e formali di cui sbraitano? E la derisione delle argomentazioni più profonde ed altre che a tratti emergono da questo stesso mondo , non sono forse una forma di esorcismo? Un allontanamento da sé di quel che non si vuole capire ed ascoltare?

Il cambiamento non passa quindi dallo spirito, dall’acquisizione reale di un comportamento altro, da un’etica diversa, da una una nuova morale … ed allora come si giustificano le derisioni d’ogni scelta e percorso alternativo … in difesa, per esempio, della propria bistecca o salsiccia, del proprio apparecchio televisivo, del proprio piacere immediato, del proprio credo calcistico. La giustificazione , per esempio del tifo più o meno calcistico e dell’adesione ad altri fenomeni di distrazione di massa di questa stessa matrice? E sto parlando solo di esempi, perchè l’adesione al sistema è molto più profonda e radicata

Ridiscutersi, quindi, mettersi in dubbio. Accettare l’idea che si possa essere in sé stessi, sbagliati, pur convinti d’essere rivoluzionari.

Accettare che la rivoluzione sia spirituale e passi dentro noi. Questo sì sarebbe una atto rivoluzionario che contribuirebbe ala cambiamento reale.

Accettare il bagaglio greve d’essere minoranza ed eresia, non solo politicamente, che in fomdo è una rappresentazione, ma spiritualmente e filosoficamente. Accettare il rischio del rogo. Perchè non c’è mediazione con il sistema. Esso si difende da chi lo mette in discussione , al minimo espellendolo e privandolo dei “privilegi condivisi e presunti” che l’esserne parte procura.

mulinoepapaveri f

Da qualche parte piove sempre

il 25 Aprile

che siano lacrime versate su quei morti?

Sul loro sacrificio

per quel futuro che non fu

Per quello che non si fece

per quello che si dice … oggi

nascondendo anche a sé stessi

il vecchio orbace?

Piove e ci bagna

ma ogni anno siam qui

sommersi dalla retorica

delle camicie bianche inamidate

per ricordare

quel che non è solo memoria

ma ch’era impegno

Per riparlare di ciò che noi

oggi

non rifaremmo mai

Insieme a quelli che l’orbace

lo nascosero davvero

travestendosi al meglio

continuando semplicemente a comandare

o ai loro figli vestiti della festa

cresciuti a quella scuola

Fascismo dell’anima

il più insidioso e triste.

È quello che ci avvolge nelle case

dalle televisioni

da quei valori incerti e titubanti

dal non sapere che parte siamo

e su che sponda stiamo

Partigiani del nulla

siamo la zona grigia

voliamo sopra

né destra né sinistra

e l’egoismo corrode i nostri cuori

la nostra porta è chiusa

ed il possesso e la competizione

D’altra parte piove sempre

il 25 Aprile

forse qualcuno piange quel che siamo

bambina-piange-1

Dè non piangete … dopo

d’essere stati molto meno che popolo

d’aver scordato del diritto … e del dovere vostri

Non contritevi ora … per quel che vi rubarono

voi li vedeste farlo e li guardaste tacendo

compresi, come sempre, nel giocare

col vostro gingillo luiminoso

Dè … non piangete ora

chè tutto è fatto ed è troppo tardi

e che, sinceramente, ha poco senso

Le vostre lacrime risuonano beffarde

per chi pianse davvero … e ci morì

per consegnarvi bella e darvi oggi

vostra libertà … vostro diritto.

Ma voi giraste il capo

indifferenti

mentre ve la bruciavano ed abusavano di lei

Assenti ed ancora distratti voi dormivate

quel giorno … e nei seguenti voi non capiste punto

e li lasciate fare

riservando ad altri il dovere e la fatica

per voi prendeste il diritto sinchè ce n’era

dè non piangetene ora la scomparsa

chè non faceste nulla a mantenerlo

cani-surfisti-3

di giandiego

La competizione è posta a fondamento di questa società, della filosofia malata che la sorregge. Così abbiamo una definizione distorta di meritocrazia, che elimina gli ultimi e li relega fra coloro che possono essere perduti.

Il Mostro Pragma in sovrappiù scontorna e definisce il senso di questa gara assurda, azzerando scrupoli e fornendoci la comoda scusa per la ineluttabilità della vittoria del più forte e del più adatto.

I contorni d’un mondo fondato sulla prevaricazione “protetta a termini di legge”, sulla proprietà arbitraria, costituzionalmente motivata. Sull’irreversibilità del rapporto fra forte e debole. Ma ancor peggio questa “Immagine terribile e nefanda di società” è comunque una finta … uno scenario teatrale, per proteggere e giustificare l’esistenza di una elitè numericamente molto esigua, che detiene da sempre le redini del mondo.

Certo in apparenza questa dichiarazione è un “proclama da complottista”, eppure essa è profondamente vera e nemmanco molto nascosta, per chi voglia leggerla nelle pieghe della Storia, narrata dalla medesima elitè di cui stiamo parlando e fra le contraddizioni della “Kultura dominante” con cui essi ci nutrono, ammantandola di inesistente e grottesca neutralità.

Quasi che gli intellettuali “riconosciuti e conclamati” non siano stati quasi sempre, nella loro millenaria storia al soldo di questo o di quel potentato … quasi che la narrazione che essi ci rimandano del mondo non sia il racconto delle gesta di questo o di quel “onnipotente”.

Certo nel ‘900 Karl Marx ci ha fornito un nuovo punto di vista, un nuovo metodo di lettura di questo racconto, aiutato dai filosofi anarchici e dagli intellettuali socialisti, ma questo patrimonio altro è, ad oggi, sprecato e vilipeso, rinarrato ed adattato alle esigenze del potere oppure oppresso da libreschi dogmatismi e nostalgie da socialismo reale … ed ha perso la sua portata eversiva ed antagonistica, sull’altare della sopracitata ineluttabilità della “forma potere”.

É quindi l’essere umano che deve cambiare, nella sua propria profonda spiritualità per avere la capacità di negare recisamente questa visione ed implementarne un’altra che parta dalla circolarità dall’orizzontalità, dal femminino e che sappia porre solidarietà, mutualismo e compassione al centro del “pensiero filosofico alternativo”.

Non bastano, certamente le “astuzie preconfezionate” delle “scatole del ribelle in kit di montaggio” che ultimamente sono tanto di moda a cura di comici e occulti ispiratori, non basta riempirsi la bocca di “ astuti termini corretti” per parlare del cambiamento.

Se l’essere umano , nelle sue proprie organizzazione e nelle sue relazioni sociali, non matura il cambiamento e non è in sé l’onda di ciò che muta … nulla realmente cambia, potrà semmai avvenire qualche “sostituzione” … qua e là, qualche faccia nuova e montagne di inutili e strumentali promesse, ma nulla potrà mai e davvero cambiare.

L’unica strada passa da noi e dal nostro coraggio d’essere quegli eretici del “pensiero comune ed unico” che da sempre hanno popolato i roghi del potere, oppure ci accontenteremo del nostro ruolo di buffoni di corte, cercando di tanto in tanto di far passare qualche oncia di buonsenso, fra le righe di un racconto che non sarà mai davvero il nostro.

cielo di ferragosto

di giandiego

Per quelli che da sempre, in ogni tempo, hanno giocato con il potere, rappresentando gli interessi di pochi a danno dei molti … e che da sempre hanno ricevuto, per somma ironia, l’ovazione del popolo … oh yeah!

Per quelli che il Popolo Bue (che dolore chiamarlo così) che si nutre di calcio, di consumismo compulsivo (sinchè hanno qualche euro in tasca), di ferie programmate, di ammassamenti sulle autostrade, che non pensano e non vogliono farlo … forse perchè fa sudare? … oh yeah!

Per quelli che seguono i guru, che adorano le icone, che seguono il gregge, che parlano di alternativa senza sapere cos’è, che confondono l’onestà con il cambiamento … che fanno le foto spalando il fango senza sporcarsi … che sono vicini al popolo ma non si fidano affatto di lui, perchè sono loro i cavalieri della tavola rotonda … oh yeah!

Per quelli che predicano il cambiamento ma dentro di loro pensano alla conservazione … oh yeah!

Per quelli che la cultura è quella “dominante, l’unica possibile, la stessa che ci ha portati sin qui, la stessa che ha costruito questo mondo esattamente com’è, che ha raccontato le gesta dei potenti dimenticando gli ultimi. Salvo poi chiedersi come mai “siano tutti eguali” … oh yeah!

Per quelli che pubblicamente si bastonano, ma a fari spenti vanno a mangiare insieme … oh yeah!

Per quelli che si confondono e ritengono che moralizzare il paese, seguendo modelli standardizzati e riconosciuti dal potere … sia cambiare… oh yeah!

Per quelli che gli avevano detto che l’èlite avrebbe creato NWO attaccando la corruzione, parlando di onestà e moralizzazione del potere … ed hanno riso, che gli avevano detto che l’intenzione finale dell’èlite era la depopolazione … ed hanno continuato a ridere, che gli hanno parlato di geo-ingegneria, di perdita dei diritti … e stanno ridendo ancora adesso, mentre li “accompagnano” al macello … Oh yeah

E PER FINIRE

Per quelli che dalle spiagge e dalle case di montagna, nella loro miserabile settimana di vacanza, non ci vogliono proprio pensare a tutto questo, ma preferiscono, come dicono loro, “vivere” …oh yeah … la realtà vi raggiungerà sin troppo presto!

Free Image Hosting at www.ImageShack.us
"CONTRO IL GOVERNO
DELLA VERGOGNA,
per il rilancio
della sovranità popolare"
su Facebook

Licenza Creative Commons
Voce d'anima by giandiego marigo is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at giandiego.wordpress.com.
Permissions beyond the scope of this license may be available at https://giandiego.wordpress.com/.

paperblog