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guardare il mondo
con occhiali
dalle lenti rosa
Di questo bisogno
il re ha già fatto incetta
Ci ha poi ammannito
quella canzone antica…
l’arcana magia ed il sogno eterno
d’un mondo…il più bello
racchiuso nel cristallo
Sogni, illusioni, malie
d’ elettronica droga
Flussi di particelle
che colorate e cantanti s’aggirano
possedendovi il cervello.
Favola arcigna d’un mago d’Oz
che non è fantasia.
Dove si spinge il sogno
lì già nata è l’invenzione
presa diretta
furto di astrazione
Oggi e da ieri
sempre
il potere è più del sesso
Totem e monolite
poi pietra nera ed idolo
Coperto di quel danaro
che è la sua invenzione
Mi arrendo…senza alcuna trattativa
all’essere umano ed alla sua miseria
Umiliato dall’estrema povertà
annoverato fra i perdenti…senza speranza.
Umiliato ancora e ancora
dal ricorrere, dal ripetersi e dal tornare.
Da mille e mille spiagge
dove approdammo
ad iniziare un nuovo mondo
dove morimmo
fermati sin dal nascere
in questo nostro cammino
Innumerevoli racconti…le fiabe e le speranze
senza fine gli assalti a quel castello
ogni volta ricacciati al bagnasciuga.
Quanti Cincinnato a diventar Caligola?
Sempre uguali a se stessi. Per mille anni
in mille storie.
E siamo ancora qui
come se scriver parole
potesse anche servire.
Quante parole abbiamo
nelle nostre biblioteche
quante ne conosciamo?
Ed anche le sapessimo a memoria
quante noi ne useremmo in modo giusto?
Mi arrendo ho detto
sempre più solo
a farvi il pazzariello
Non esiste eguaglianza…
solo competizione
e gli inutili cadranno dalla rupe
sia fatto posto al nuovo…onore al merito.
Nel mondo sì perfetto
non c’è posto per tutti
ma solo per chi vale.
insieme camminammo
negli stessi anni
dov’ero io tu c’eri
e fumavamo…insieme
Non sono nato su Proxima Centauri
la tua filosofia…io la conosco
abbiamo urlato e abbiam creduto…insieme
Eppure fra di noi eoni ed anni luce.
Non sono io impazzito, non mi pare
quello ch’oggi ti dico
lo abbiam scoperto insieme
Eppure…
tu mi tratti come alieno
come non conoscessi
come tu non sapessi
che quel che qui si dice
noialtri lo davamo per scontato
Sì! Proprio tu!
Che oggi ti travesti da censore
gonfio d’ipocrisia
citando i libri e i Tomi che noi…
io e te
lasciammo indietro
consegnati alla storia ed al passato
Tu preoccupato del piccolo potere
abbarbicato attorno a te
negli anni…della tua roba
tu che con me imparasti
che non nel potere
né nella materia sta il senso
in questa nostra vita
Eppure…oggi io ti trovo
sullo scranno…ti ergi a giudice
reinventi la morale
tu mi riporti in piazza alla berlina
tu mi reinventi il rogo
bruci insieme a me i riferimenti
i libri e quelle storie che leggemmo
tu…proprio tu
oggi mi bolli
ERETICO