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sole rami (1)

Molto meglio tacere … sì!

che non parlar del nulla

Sono già troppi e senza pietà

a riempir l’intorno d’aria inutile

appesantita da verbi e frasi fatte

…non voglio esser fra loro

lo sono già. .. più spesso

di quanto io non voglia

Son stanco di stoltezza

Stanco del Grande Nulla

Molto meglio tacer …l’abbiam già detto

Nel silenzio s’impara … anche si ascolta

il silenzio è umiltà …lascia lo spazio

Al mondo alle cose e alle persone

d’essere lì a narrar la propria storia

Dicono i vecchi … che il silenzio e d’oro

Il silenzio si riempie del motivo che canta il mondo.

La voce del Pianeta

Ascolta l’universo per stupire.

Perdono Amore del troppo mio parlare

forse nel fare starebbe soluzione

che le parole nascondono ed avvolgono

Perdonami Amore mio se la stoltezza

spesso mi prende e mi difetta l’ascoltare

Il maschio lo si sa e fanfarone…

ogni maestro ha detto e ripetuto

che dentro a noi, nel silenzio,

celata … sta in attesa la risposta

per afferrarne il senso

occorre concentrazione

perchè è un bisbiglio

non urla, non si impone

eppure parla abbastanza forte

per chi abbia imparato l’ascoltare

ALBERI

Nel Miglior mondo di cui voi ci parlate

il vostro “IO” fa la guerra e poi combatte

avido com’è per il potere e per l’affermazione

Voi che narrate l’inganno d’un amor che non vivete.

In quel che noi vediamo all’orizzonte … e dietro

L’io si dissolve in Noi

cercando l’anima ed ottenendo il cuore

cercando l’Uno… e il tutto.

In questo mondo fatto di competizione

fondato su sterminio ed abbandono

degli ultimi … degli altri … dei diversi

Di terra rubata e proprietà arbitrarie.

Noi crediamo nel cerchio e il femminile

Nella condivisione e la terra di tutti

Nel bene comune.

Quello che voi sfruttate e che vendete noi lo condividiamo

Come potremo sederci allo stesso tavolo?

Senza temere per noi e per il poco che ci lascereste da mangiare?

Senza che pretendiate ucciderci per questo

o perchè siamo troppi

o sol perchè vivendo noi occupiamo spazio?

Voi che per abitudine Alzate/alzaste l’ascia

piantate/piantaste paletti … urlando “Questo è mio!”

Voi che così funestate tanti dei nostri anni

con questa vostra storia e con la sua canzone

scacciando chi la terra l’abitava … per dichiararla vostra

a termini di legge

Scavandola e rubando i suoi tesori … come v’appartenesse veramente

quasi  non fossero un dono fatto a tutti noi 

Voi che chiamate questo Civiltà e Progresso.

Di nostro noi crediamo nello spirito

e diamo un altro senso alle parole

Noi confidiamo nell’ unità col tutto

Crediamo in quello ch’è circolare e orizzontale

Noi che la ringraziamo

Madre Terra per quel che ci ha donato e che ci dona

esaltando quel che dell’uomo è nobiltà … altruismo.

Quello ch’è solidale e condiviso

Noi che crediamo giusto d’essere, appunto, NOI!

Come potremo condividere il cammino

se il vostro fine è quel d’eliminarci … per farvi posto

Noi che crediamo d’essere parte e non padroni

Noi che pendemmo dalle funeste corde dei vostri linciaggi

donne … diversi …rossi, gialli e neri … eretici e pezzenti

Noi che popolammo i vostri roghi

bello tramonto

(All you need is love)

Sta nell’aria … in quel che respiriamo

Canta! Con l’universo e lo pervade.

È ! Tutto intorno a noi …

che quasi sempre preferiamo non vedere.

Di nostro lo confondiam con la passione

… con il possesso, viviam la gelosia

l’invidia…. e lo chiamiamo Amore

Di nostro lo limitiamo

a quello che sappiamo … che capiamo

ch’è così poco.

Molto di meno della famosa goccia

in un immenso mare.

Di nostro ci lamentiamo ch’ei non ci sia

d’essere privati del suo calore … d’esser soli.

Di nostro comprendiamo solamente il dare -avere

noi ci aspettiamo … facciam supposizioni

noi pesiamo e chiediamo tornaconto.

Non sentiamo … non sappiamo ascoltare

quel suo canto silente ch’è frastuono

in tutto quel che esiste … e ci circonda

ci avvolge e consolandoci ci parla

con quella voce stessa ch’è quella di Dio

Ci accarezza…ci abbraccia …sa aspettare

Anche se così spesso non lo sappiam sentire

foto dal blog foto(di)vagando

sangue

Non c’è innocenza in chi gestisce la paura

non c’è la parte giusta del potere

non potrà esister mai una guerra santa

Non c’è crociata e non non c’è jihad

non c’è benedizione delle armi

non c’è il paradiso del guerriero

Non c’è perdono per chi fa del terrore

sistema e dominazione

Per chi lo usa per nutrire il suo potere

Chi costruisce armi non può parlar di pace

chi le vende , poi, si nutre della guerra.

Chi mai potrà stupire d’uno schiaffo

reso in un mondo di schiaffeggiatori?

Chi mai potrà fare morali su quel sangue

s’egli stesso ne fa suo nutrimento?

L’assassino fa del mondo propria immagine

ragionando solamente della morte.

È un burattino sai quel che ha il coltello.

Assurda competizione, gara senza alcun senso

disegnata fra confini re-inventati

religioni di comodo senza alcun Dio

uomini inariditi e schiavi del denaro

Stolti, senza pietà che si rimpallano

odio ed arroganza … sangue e dolore

selvaggi nel silenzio d’ogni anima

Non vi è ragione che si risolva con la guerra

Vendetta poi è un piatto avvelenato

L’onore e Santa Madre … La Patria e il Sacro suolo

solo invenzioni per farci morire contenti

Coloro che hanno il mondo sono uguali fra loro

giocano con gli specchi nel raccontarsi

Non conoscono o rispettano alcun confine

essi ragionano solamente con il potere

che non ha una città e non riconosce nazione

Lor fanno incetta della nostra energia

Loro si nutrono con il nostro sangue

Terremoto-la-legge-n51431B

Quel che voi dite legge … ch’è solo imposizione

ch’è quello voi chiamate il vostro mondo.

Vostra è la visione e vostra la premessa

vostro il racconto … e vostra la morale

quello che non s’allinea poi lo definite folle

cupo, malato … fuori d’ogni creanza

L’uomo vestito in nero insieme al suo martello e alla sua croce

vi gartantisce il passo e cerca gloria

approvazione, applauso per sé vuole la ola

perchè d’ogni bandito egli è il terrore … forse

Fors’ anche no … che in fondo

Il delinquente è parte del sistema.

Soli, seduti all’angolo stanno … l’antagonista

con il diverso e l’altro …

più in fondo quel che non sa belare

che stessa sorte tocca a loro che al bandito

a stregua d’assassino son trattati

Perchè ancora più di quello … sono il nemico

Il turpe, l’avversario di tutto quel che’è vero e buono

di tutto quel ch’è santo e consacrato

Nemci della patria, disertori senzadio

bestemmiatori … eretici, spostati e folli

siete già condannati … senza perdono

nebbia

Di questa vita … che passa

in ogni giorno … un poco

un passo dietro all’altro e ti avvicina

a quell’antico luogo dove tutti andiamo.

Alla fine uguali … e nudi

così come siam nati.

Di quest’Amore che ci circonda

respira e vive attorno e intorno

così vicino … che siamo proprio noi

e non lo sappiam capire

e che non è passione … solamente

però la contiene

che non sale e non cala e che rimane lì

insieme a noi … per sempre.

Di questa voglia, che abbiam, di cambiamento

che ci accompagna ma che non ci conosce

perchè noi siamo sempre uguali … noi siam fermi

e non sappiamo andare … noi, con quel che scorre.

Di questo tempo ch’è il nostro

ma che noi abbiamo imposto all’universo intero

e l’abbiam chiamato scienza e postulato

come se fosse legge, però quel che sovrasta

che sempre ci stupisce, non lo conosce affatto

non riconosce queste cosucce d’uomo

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