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sangue

Non c’è innocenza in chi gestisce la paura

non c’è la parte giusta del potere

non potrà esister mai una guerra santa

Non c’è crociata e non non c’è jihad

non c’è benedizione delle armi

non c’è il paradiso del guerriero

Non c’è perdono per chi fa del terrore

sistema e dominazione

Per chi lo usa per nutrire il suo potere

Chi costruisce armi non può parlar di pace

chi le vende , poi, si nutre della guerra.

Chi mai potrà stupire d’uno schiaffo

reso in un mondo di schiaffeggiatori?

Chi mai potrà fare morali su quel sangue

s’egli stesso ne fa suo nutrimento?

L’assassino fa del mondo propria immagine

ragionando solamente della morte.

È un burattino sai quel che ha il coltello.

Assurda competizione, gara senza alcun senso

disegnata fra confini re-inventati

religioni di comodo senza alcun Dio

uomini inariditi e schiavi del denaro

Stolti, senza pietà che si rimpallano

odio ed arroganza … sangue e dolore

selvaggi nel silenzio d’ogni anima

Non vi è ragione che si risolva con la guerra

Vendetta poi è un piatto avvelenato

L’onore e Santa Madre … La Patria e il Sacro suolo

solo invenzioni per farci morire contenti

Coloro che hanno il mondo sono uguali fra loro

giocano con gli specchi nel raccontarsi

Non conoscono o rispettano alcun confine

essi ragionano solamente con il potere

che non ha una città e non riconosce nazione

Lor fanno incetta della nostra energia

Loro si nutrono con il nostro sangue

nebbia

Di questa vita … che passa

in ogni giorno … un poco

un passo dietro all’altro e ti avvicina

a quell’antico luogo dove tutti andiamo.

Alla fine uguali … e nudi

così come siam nati.

Di quest’Amore che ci circonda

respira e vive attorno e intorno

così vicino … che siamo proprio noi

e non lo sappiam capire

e che non è passione … solamente

però la contiene

che non sale e non cala e che rimane lì

insieme a noi … per sempre.

Di questa voglia, che abbiam, di cambiamento

che ci accompagna ma che non ci conosce

perchè noi siamo sempre uguali … noi siam fermi

e non sappiamo andare … noi, con quel che scorre.

Di questo tempo ch’è il nostro

ma che noi abbiamo imposto all’universo intero

e l’abbiam chiamato scienza e postulato

come se fosse legge, però quel che sovrasta

che sempre ci stupisce, non lo conosce affatto

non riconosce queste cosucce d’uomo

Sostituendo icone, cambiamo Dei

noi non modifichiamo la sostanza

siam sempre quelli del vitello d’oro.

Scambiamo figurine…celo, manca.

Non sappiam vivere senza incensar qualcuno

senza cercare in altri

quel che noi già sappiamo

sian essi imperatori o giornalisti

sian essi guitti o cantori…oppure niente

basta che siano là

sopra un’altare indiano

uno qualunque, basta…anche fotografia

purchè non ci costringa nel pensare

che nostra è l’anima

nostro anche il cervello

noi deleghiam pensiero

noi deleghiam parola

pur di restare in fila, dentro al mucchio

costruttori d’idoli noi siam

senza speranza.

A noi l’astratto non ci garba punto

a noi l’idea non basta

con pietre ed oro

con sangue e carne

con broccato e seta

noi dobbiam fare immagine.

Pensar per conto nostro

non è cosa.

Comprender che noi siamo movimento

noi siamo la sostanza

noi siamo il guitto e l’imperatore.

Noi siam creazione, noi siamo fonte e fine

noi, con il nostro intorno

siam tutto quel che occorre

Sono l’indiano nativo americano, sono l’eretico

sono il palestinese, lo zingaro. l’omosessuale

il poeta, il musicista, il disperato cantastorie

il narratore di favole strane, lo storpio, il freak

l’handicappato la donna lesbica…

l’anima solitaria

che mai non riesce ad adeguare il passo

al vostro ritmo a quel modello che voi ci proponete

io, noi che il silenzio è bello

che non ci fa paura solitudine

che abbiamo rabbia, fame e coscienza

accetterò per me, per noi la parte

dell’orrida recita il ruolo che voi ci avete preparato

quello degli ultimi…la corte dei miracoli

mangiatori di briciole

i pesi inutili, che vostra pietà

cerca a consolazione

io vi redimerò, sarò la vostra colpa

Molto meglio per me…per tutti noi

ultimi al vostro desco

nascosti sotto al tavolo dove tenete i cani

anziché primi in vostra stupidissima gara

Lo abbiamo fatto ancora, lo rifacciamo sempre

senza vergogna, noi ci arrampicheremo sino al cielo

Per minacciare il sole, con nostra sciocca freccia

Noi proprio non ci riusciamo ad evitarla

questa stupidità…che ci consuma

noi ne facciamo mostra, esibizione

come se fosse un vanto. Ostentazione

Noi l’avvolgiamo attorno a farci manto

Cercammo l’energia dentro alle cose

dimenticando quel che sta di fuori

non ci guardammo intorno

noi non chiedemmo ausilio alla natura

noi sol pensammo, piegarla al nostro arbitrio.

Perchè noi siam padroni, siamo i Re

Finti sapienti! Nostra arroganza, nostra maledizione

Noi stabilimmo fosse l’unica verità, l’unica strada.

Come fossimo noi ad enunciarne il passo

Come se camminar la strada fosse tracciarla

Come se nostra scienza fosse regola,

L’unica Verità…senza nessun errore

Come se decisione e volontà e disegno fossero nostri.

Come fosse diritto d’avere d’ogni cosa a consumare

D’essere padroni e signori, d’essere il centro

come se questo formicaio che abbiamo messo in piedi

fosse il Tutto

Quel che vi chiedo io

è la ragione per cui si fan le cose

vorrei da voi saper di quel che è dentro

che da motivazione

Di quel di cui, parlando,

non si spiega che quasi mai si dice

spiegatemi potendo

di chi a gran voce chiede

guerra e sangue

Di chi poi questo fa…nel quotidiano

seguendo giorno al giorno

progettando d’altri lo sterminio

come se questo non pesasse nulla

Dove mai la troveremo

ed inventando

produrremo ‘sta ragione

d’alzar la spada parlando di giustizia

quasi fosse diritto l’ammazzare

come se fosse nostra la vendetta

Dove è fuggita dov’è mai andata

l’anima del mondo Dove la nostra

dove la coscienza a vergognarsi

Quante nascite ancora…e quante morti

per ripulirci di questa sozzura

Quante volte ancora ricadremo

Fango e sporcizia sanguee distruzione

nel gorgo insulso di quest’odio

che è insensato

che quotidianamente ci condanna


Mi si perdoni gente

per tutti i miei perchè

sembrano quelli d’un uomo non cresciuto

che sia rimasto fermo in quella fase

d’infinite domande

che attendono, sornione, le risposte…

fosse d’un Angelo oppure un Dio Minore

Io chiedo a voi

perchè dell’uomo il meglio

sia sempre teso contro la Dea Natura

chiedo perchè cambiar per voi

sia sempre in peggio

perchè chiediate mano ferma e polso duro

perchè vogliate regole e prigioni.

Perchè per voi pensare cambiamento

sia sempre durezza…stato di polizia

maggior controllo

Perchè accettiate voi

l’unico mondo d’altri scelto

distorto a descrizione e improprio uso

Non osando più ed affatto

d’ immaginarne un altro

che non sia del Mostro Pragma

dominio e territorio

Emendamento d’un unico racconto

preparato

Io chiedo a voi

perchè voi releghiate

in terre definite d’utopia

tutto quello che discute del potere

quel che lo mette in dubbio

in discussione

Io chiedo a voi

perchè voi non sogniate

o releghiate al peggio la speranza

in luoghi senza uscita

senza nessun costrutto…

dov’essa muore

senza una prospettiva e senza amore

senza alla fine aver nulla prodotto

Io mi domando dove sia il mio, vostro coraggio

quella forza d’avere del mondo una visione

che sia diversa da quella del racconto

che ogni giorno ci viene, ripetuto

dove siano finiti quei ragazzi che cantando

dell’amore affrontavano la vita

e il mondo nuovo?

Dove siete finiti voi

se c’eravate

figli del nuovo

fratelli miei d’un tempo

amici della strada

che mai è successo del nobile

pensiero che ha segnato

lo scorrere degli anni

voi che mi definite

voi che chiamate me

poeta e pazzo

voi che mi liquidate

sognatore

Una grande luce su nel cielo

lei non portava doni e conoscenza

non regalava chiarezza

non donava benefico calore.

Era quanto di peggio sia dell’uomo

la sua suprema sapienza ad ammazzare

La sua scienza

o quel che concepisce come tale

Quel giorno illuminò la sua follia

torcia d’orrore alla sua intelligenza

arca dell’alleanza con il male

Non c’è perdono

non c’è stato pentimento

Ancora oggi giochiamo con quel fuoco

Ce ne facciamo vanto

noi eleviamo

orrendi obelischi

alla sua gloria

a quella nostra convinzione

d’avere sempre

ragione con la forza

che sia possanza

a farne conseguenza

che il comando stia

in chi possiede

in chi stringe

in chi governa la paura



Siam fatti d’acqua…sì, d’acqua e di sale

siamo anime bagnate

intrisi dell’essenza della vita

noi abbiam maree, la luna ci influenza

nuotando ed è dall’acqua che noi veniamo al mondo

noi siam come bicchieri d’acqua e sale.

L’acqua racchiude tutta la nostra storia

l’acqua che è madre…che è memoria.

Quante ripetizioni servono

a noi per far poesia

d’una parola che già da sola canta

Acqua

che già da sola scorre.

Venditori clemenza e assoluzioni

voi spacciatori di preci e sacrifici

Voi che svendete Dio in confenzioni dono

Voi, venditori d’anime

voi mercanti

senza vergogna, senza conoscenza

voi che svendete il tempo e la memoria

voi fate merce di tutto ciò ch’è sacro

quel ch’è a disposizione

quel ch’è di tutti… di sora acqua che

a voi non appartiene

che non è cosa, che non è merce

ma essenza della vita.

Voi che riconoscete solo l’oro

voi che adoperate Dio per compiacervi

d’essere padroni d’ogni cosa vi circondi

Voi vestiti d’oro, voi mercanti nel tempio

pirati, ladri…mentitori, voi gonfi di potere

voi superbi.

La soluzione sta scritta nella ruga d’un sorrisoluce

dietro la coda dell’occhio

nell’immagine che vedi nello specchio

è là, dietro alla linea dell’orizzonte

facile, accessibile eppure aliena

semplice, come il cambiare il mondo

La soluzione, amico, compagno mio, fratello

sta in un punto di vista, nel come guardi

sta nelle tue premesse, in quel che non potresti…

in quel che ti giustifichi nel fare

La soluzione è sempre nell’amore

tutto in quel termine abusato…

vuota parola, nenia senza senso

che crea tanto fastidio in chi l’ascolti

Sta, sempre lì, in quello che non fai

che tu non vedi, che è troppo evidente

che è sempre là, davanti a te

disteso

Talmente semplice che proprio non puoi farlo

La soluzione se io te la racconto, tu mi sorridi

e poi mi liquidi, col gesto tuo, molle d’una mano

dicendomi…utopia

sogno di un pazzo, ingenuità, follia

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