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Non sono predisposto nel seguire
non voglio comandar non mi interessa
Non è il potere ch’io seguo in questo mio cammino
ma camminare solo questa è la storia mia.
Oppure in compagnia ma sempre solo.
D’un maestro evidente se lo incontro
io dico ch’è un amico
perchè dentro di me sta il mio maestro vero.
E lui che è quel che è questo lo sa
Forse è superbia … quindi o tracotanza
ma non ho volontà d’essere diverso
di questa vita io mi obbligo all’ascolto
anche se spesso son portato al predicare.
Ascolto molti, ma non seguo mai nessuno
della preghiera poi ho una mia opinione
ed anche in questo io forse son superbo
chè penso che il vuoto, il mio e di tutti
sia fatto per riempire
che nel silenzio, in fondo, sia preghiera.
In questa vita ne ho incontrati tanti
forse fortuna o predisposizione
oppure karma, saprete voi meglio di me
che cosa sia, come chiamarlo
Non voglio cercar definizioni
Tanti che avevano la strada o soluzioni
ma nessuno, poi, mi ha convinto per davvero
Ho ascoltato chi diceva “io non insegno”
perchè non c’è poi proprio nulla da insegnare,
basta il silenzio e il vuoto che si riempie.
Perchè non devi ricercare il tempio
il luogo adatto
che non ci sono regole o dettami
che non c’è bene o male, non c’è divisione
solo percorsi, strade e il camminare
e nel cammino tutta la gioa del passo
è tutto quel che avrò dalla mia vita
questa o quell’altra,
non c’è ricchezza o materia
NON C’È ROBA
che possa mantenersi al passo mio
se c’è va bene, se manca fa lo stesso.
Voi, poi, che incontro, che ho sempre conosciuto
siete gli stessi di sempre e anche per sempre
voi! Come me intessuti di destino
amici, compagni ed angeli
ognun di voi che è
in fondo
il mio maestro
Siamo viola, siamo arancioni
rossi, gialli, siamo bianchi
verdi ed anche blu, noi siamo neri.
Noi siamo l’indaco, l’oro ed il cristallo
I nostri colori son quelli della Luce
Nei nostri zaini solo un raggio di sole
perchè siam pensieri diversi
altri ed estranei.
Noi respiriamo noi viviamo
noi siamo altro dal vostro sistema
siamo altro, diverso, che voi non siete
Diversi da ogni vostra divisione
noi riusciamo a sognare
noi riusciamo a cantare
I colori dell’iride…l’arcobaleno
ed oltre
noi portiamo le bandiere della luce
le nostre armi son raggi di sole
La nostra anima è d’Acqua
il nostro cuore è Fuoco
il nostro sangue salverà la Terra.
Ed il pensiero è l’Aria ed il respiro
Copiando infinite regole sino a cambiarne il senso
Sin quando le parole perdono il loro suono
Scrivendo libri sacri senza l’ispirazione
Come siam bravi a farlo…noi scribi e farisei
Noi i miscredenti, noi inventori dei roghi
Noi! Che adoperiamo Dio quando ci comoda
Ancora e come sempre!
Contendendoci un corpo…silente
disconoscendo l’anima che mai non muore
Coi nostri mille editti…con tutte le nostre grida!
Nostra vergogna esposta,vesti strappate
testa sporca di cenere,ma nessun pentimento
Quanto rumore inutile…per loro che stan zitti
Quante supposizioni, quante filosofie, quante morali ed etiche
Elette a verità fatte rivelazione
Quanti maestri, quanti grandi sapienti
per quel che non sappiamo, quello ch’è sconosciuto.
Fingendo conoscenza di quel gande dolore
di cui tutti parliamo
Senza, però, conoscerlo, senza saperne niente
Riempiendo nostra bocca a frasi fatte
D’ovvie imbecillità…molto meglio tacere,
Prego! Facciam silenzio!
Chè una ragazza è morta…e un’altro se n’e andato.
Loro! Senza rumore.
Loro ! Con un sorriso
Eppure il chicchiericcio, il vostro battibecco
non hanno avuto il bene della pace, non ancora!
Fateli andare!
Cosa aspettate, cosa volete ancora?
Son finalmente a casa, dovunque, poi , li porti quel sorriso
Noi qui
Noi disquisiamo, come sempre
Impaludati e tronfi…
vestiti in seta e d’oro
con stole color viola
diciam di possedere quello che non è nostro
quel che non ci compete…
facciam silenzio! infine
E finalmente salutiam chi parte
Altro che normale, altro che paziente
altro che ricco, altro che benestante
altro che borghese, altro che benpensante
semplicemente altro!
Molto più che deprecabile
straccione senza casa,
barbone inaccettabile.
Zingaro puzzolente
Onorabile congrega, signori della corte.
Portatemi sul palco, saponate una corda!
Preparate una pira e il fuoco, fatemi bruciare.
Chiamandomi eretico,dicendomi ubriaco,
chiamandomi drogato.
Ditemi che sono frocio, donna, handicappato
altro che non un uomo!
Definite di me poeta, palestinese,
schizoide e malnato
ditemi zingaro, anarchico, comunista
dite di me diverso, senza speranza
chiamatemi spostato…delinquente
Altro che sopportabile, altro che profumato.
Chiedo e non a voi, il diritto d’essere folle
questa è la parte che m’è riservata,
questo è il mio diritto.
Posso esser due, tre, oppure tutti voi
miserabile e solo…
sbattuto ai vostri limiti.
Folle guardiano del vostro giardino.
Reclamo d’essere sgradevole e di sputar nel piatto
mentre con le mani raccolgo il sugo secco
della vostra pelosissima pietà,
che non è compassione
Altro che sobrio, altro che benvestito
vivo nel vostro sogno, ma son sempre sgradito.
Altro da voi signori, mai rispettato!
Qualche volta un impeto,
un euro, un dollaro anche solo un decino
un bicchiere di vino.
Come una goccia d’acqua dentro al mare
d’un dolore antico che mi divora.
Per ricordarmi d’essere stato un uomo.
La testa poi si gira
l’occhio dimentica .
Altro che vivo, altro che presente
altro che esistente.
Semplicemente Altro che voi non siete
che non sarete mai…
perchè vita con voi fu generosa
perchè voi siete altro…un’altra cosa.
Attenti, non guardatemi che sono contagioso
altro che non t’aspetti
altro che impossibile, altro che non sia là
dietro a quell’angolo