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Sotto a quel palco sta,maschere

cercando il proprio volto

in mezzo ai molti,

fra i tanti che ha riposti

nella borsa.

Fra un pezzo d’anima

ed il frammento

d’un ricordo perduto

Il calore d’un amico,

ch’è partito

Quante anime ha indossato

quanti vestiti

ed ogni volta

ha pagato il suo pedaggio

Troppe volte s’è scordato

di sé stesso

per essere lui

l’attore

ed ora non ricorda…

neppure il proprio volto

Guarda le mani

cercando in esse un segno…

l’ombra, l’antica immagine d’una rimembranza

Nel vuoto intorno

l’unica cosa è il palco

ed una faccia vale l’altra

quando la luce è accesa…

basta d’essere furbi

non sbagliare la commedia

ma poi il sole si spegne…

e là, sotto a quel palco

sopra quel pagliericcio consumato

nel buio…quella candela

non basta a riconoscersi…

non basta a ricordare

peace and love

Ho cavalcato gli anni 70/80, vivendoli appieno con tutti i loro grandi pregi ed enormi difetti, non è un accenno auto-gratificante, non mi dà medaglie o meriti, ma mi serve a spiegare.

Una delle cose che ho maggiormente sofferto, in quegli anni, fu la contrapposizione, questa forzatura esasperata, questo motore d’odio e di dualismo.

Fu una delle ragioni, a mio umilissimo parere, che al di là della magnificenza e la bellezza delle idee logorò il senso stesso dei movimenti, alla fine essi produssero solo quello, contrapposizione, odio e dualismo. Questa durezza si trascinò negli anni , forse perchè caratteristica ed esigenza umana.

Basta dare una bandierina ed una maglietta e dirgli che appartiene ad un gruppo sottoposto alla critica del mondo per fare felice un uomo e legarlo come a catena.

La cristallina bellezza delle idee scivolò in seconda fila…ed anche in terza, di fronte al fatto che fossimo sotto attacco, che il nemico volesse romperci e piegarci.

Era vero fra l’altro, perchè così fa il potere “dividi et impera”…ma la continua propensione alla “battaglia casa per casa” , questa vocazione alla guerra civile logorò la mia anima e piegò lo spirito ideale che contraddistingueva i motivi di quel che facevamo, perdemmo di vista il senso del cambiamento in nome di un assurda guerra di trincea. Ed in guerra , si sa, alla fine non vince nessuno e ancor peggio non esiste, mai, una “buona ragione”.

Cosa avvenne, una cosa molto semplice, che se non si cambia partendo da sé non si cambia affatto, l’impossibilità di modificare realmente i rapporti umani, che permanevano duali e competitivi. In ambiente eternamente e costantemente votato alla contrapposizione, rapidamente permise ai rapporti di potere tradizionali, formattati su questo modello, di prendere il sopravvento.

Così non si può cambiare…perchè il vero cambiamento esige il cambiamento interiore e spirituale…altrimenti non è!

Alcune ridondanze, echi che son costretto ad ascoltare in questi tempi mi ricordano molto la qualità anche un poco folle di quelle contrapposizioni ed è persino grottesco rendersi conto che gli interpreti siano spesso gli stessi di allora (passano gli anni ma le lezioni non si imparano mai).

Questa esigenza immarcescibile di schierarsi di appartenere ad una tifoseria, di contrapporsi anche in modo violento alla tifoseria avversaria, questa “fame di guerra” è il problema, secondo me e sino a quando non capiremo che è così saremo condannati a ripetere eternamente il medesimo errore. Senza che mai esso divenga esperienza.

Sono stato ai margini, per molto tempo, pur avendo molto da dire ed altrettanto da dare, perchè non volevo (fra l’altro ancora non voglio) sporcarmi con questo dualismo esasperato, perchè , per me, so che il problema sta lì.

Ho deciso di tornare a fare politica attiva, perchè alcuni contenuti ecumenici del M5S mi avevano convinto che, forse, vi fosse oggi la possibilità di affermare un’idea ed una visione senza che essa divenisse oggetto del contendere, luogo di competizione al coltello, ma bensì area di confronto costruttivo, che pur nella durezza delle azioni necessarie, indispensabili alla salvezza potesse, finalmente, avere un respiro ed un linguaggio che fosse di tutti.

Non è così, purtroppo, l’eterna guerra di tutti contro tutti è ancora ben presente nell’essere umano. Da ogni dove dall’interno e dall’esterno le parole della contrapposizione più becera ed inutile hanno ritrovato il centro della scena. Le spiegazioni ed i motivi stanno lentamente scivolando fuori dal campo per lasciare spazio, sempre di più, ogni giorno che passa, al vuoto della competizione fine a sé stessa, come sempre avviene nelle cose umane.

Non importa di chi sia la colpa, nemmeno chi abbia cominciato e non sto parlando di linguaggio colorito o di parole forti, ma di quella pulsione che ti porta a pensare che la questione si possa risolvere con uno schiaffo, un’offesa, un insulto…una pistolettata. Sto parlando dell’astuzia di un potere immorale che da sempre e per sempre approfitta ed approfitterà di questa caratteristica umana per rendere solo merda le più belle idee. Ho lottato contro questa “stupidità” negli anni della mia gioventù, contro la necessità di coprire di merda il proprio avversario perchè fosse sgradito alla vista, all’olfatto, perchè fosse il coacervo di ogni zozzura.

Condivido il pensiero gandhiano che occhio per occhio si possa solo produrre un mondo di ciechi.

Continuerò a farlo oggi, anche se sempre più mi rendo conto che il tempo che ci rimane è risicato e che l’impresa è , a volte , semplicemente folle.

Continuerò a cercare il senso, il motivo, l’intima ragione che ci porta ad anelare il cambiamento e se questo mi porterà ad allontanarmi anche da quest’ultimo lido, sia pace, in fondo le mie vite altro non sono che, un eterno cammino.

Una cosa però vorrei ricordarvi, amici, fratelli, compagni…se continuerete così il destino sarà solo quello di contare le vostre/nostre ferite e l’unica cosa che potrete continuare a fare, esattamente come fate, sarà accucciarvi sotto la tavola del potere ed uggiolare il vostro sconforto.

Senza essere in grado di vedere null’altro che l’orlo della tovaglia preparata da loro per il loro tavolo. Distrutti e prostrati dall’incapacità endemica, dolorosa e contagiosa di pensare a qualche cosa di realmente originale dal limite intellettuale e spirituale del non saper concepire null’altro che un mondo siffatto

 

carcerato_2

Cercammo davvero

qualcuno, disposto a sedersi,

a vedere se stesso

dalla parte del torto.

Non solo a parole, non vuote canzoni,

non storie né fiabe.

Trovammo sepolcri imbiancati

Studenti, avvocati,

mercanti ed attori

Due guitti da strada.

Trovammo i togati…e gli imparruccati

cercando qualcuno disposto sedersi

laddove scottava.

Trovammo i censori … ed i preti,

con quattro esorcisti e due inquisitori

Trovammo le piazze gremite

vestite alla festa, la messa e l’aperitivo

Trovammo sapienti…icone e santini.

Veline, Anchorman…bandiere e fanfare.

Trovammo nei confessionali le file di gente

già pronte a pagare il pedaggio…

un pater, tre ave…un lauto compenso.

Indulgenza plenaria

Castelli di carte ed il vuoto racconto.

Trovammo il pensiero comune,

la gente perbene…ragazzi e ragazze

e vestiti firmati…la danza

oggi è un minuetto, domani il foxtrot

E il torto…in un angolo scuro, sedette da solo

funamboli IIDi Giandiego Marigo

A mio umilissimo parere si sta perdendo di vista il senso delle cose. Per richiamarlo devo , per un attimo uscire dagli schieramenti, dalle logiche dell politica spicciola di appoggio e non appoggio, di puro pragmatismo, in cui si sta tentando di ridurre la discussione oggi in Italia.

Uscire dalle logiche sin troppo comode al sistema di Grillo contro Bersani, ed entrambi contro Berlusconi con l’aiuto di Vendola…dalle logiche di ponte, che tentano di giocare ora l’uno ora l’altro degli interpreti ora qualche terzo, tipo Puppato o altri che giocano ad introdursi sul palco principale nella speranza di passarci abbastanza tempo per essere notati.

Si affida, colpevolmente, ai personalismi ed agli schieramenti da tifosi con bandierine trikke trakke e fischietti il compito di sostituire e riempire il vuoto dei contenuti.

Alcune cose vorrei sottoporre alla discussione ed alla riflessione. Una è la posizione delle parti su questioni fondamentali, non oggetto di discussione, ma “nodali” ed esattamente: Missioni estere, armamenti, ruolo del nostro paese nel quadro mondiale.

Un’altra la posizione rispetto all’Europa ed esattamente. Il fiscal compact, le politiche di austerità, la questione delle sovranità fra le quali quella monetaria e quindi l’Euro come causa scatenante della crisi.

Andando avanti mi piacerebbe parlare delle ragioni profonde che muovono le rispettive “comunità” nette, innegabili l‘una tesa ad emendare le cultura dominante, accettandone le logiche anzi difendendola, anche a costo di rinnegare le proprie stesse origini storiche, l’altra pur nella somma confusione ed in una sorta di perenne sommovimento teso a modificare le regole del gioco, partendo dalle basi di organizzazione del gioco medesimo immettendo pur in modo discutibile e discontinuo concetti di fondo come “orizzontalità e circolarità” cercando nell’informatica e sulla rete lo spazio di un nuovo linguaggio universale che superi le culture di parte e fazione tipiche del ‘900.

Questi concetti mi appaiono, chiedo scusa agli astanti di questa mia confusione, abbastanza antitetici, mi pare proprio che si stia parlando di cose diverse, che non possano essere mitigate e risolte da “otto punti” e forse nemmeno da sedici soprattutto se essi sono dettati dall’opportunità e dalla urgenza del compromesso.

Spesso si è mossa al M5S la critica che non sia solo una questione di “casta” e di stipendi da parlamentari…è vero, non è solo quella la questione. La discussione in realtà è molto più ampia.

Ed è di quest’ampiezza che dovrebbero riflettere quei moltissimi che ancora oggi prediligono svolgere l’unico ruolo di “infangatori professionali”, fissandosi su questioni secondarie e non di sostanza e tentando, quotidianamente di porle a freno della marcia di una “necessità storica”, della sua impellenza e dell’assoluta necessità che l’”area di Progresso e Civiltà” ha che queste discussioni divengano “ordine del giorno”.

La verità assoluta è che qualsiasi governo si possa concepire esso sarà subodorato e controllato dall’esterno, asservito a logiche che non sono le esigenze di questo paese, ma il rispetto dei trattati che ha firmato e la sua collocazione sul teatro di una guerra mondiale in crescita.

La rappresentazione, quindi, di interessi che non hanno nulla a che a che vedere con le ragioni addotte dell’interesse del paese.

La verità è che qualsiasi governo sarebbe bloccato dalla realtà di una moneta non sovrana, inventata, di proprietà privata che continuerà ad essere pagata al volare nominale più gli interessi e quindi a creare disperazione e debito.

La verità è che questo paese ha davvero bisogno di cambiamento e non di chiacchiere, non di litigi, non dell’invenzione quotidiana di mille scandali ma dell’azione vigorosa, affinché le proposte di “orizzontalità” e di “circolarità” vengano mantenute…e questo lo si ottiene solo con l’impegno diretto e conoscendo, profondamente il senso di quello che M5S sta facendo, non supponendolo, non cercandone i limiti, non solo quantomeno, ma vivificandone i canali e ponendo le due questioni all’ordine del giorno di una costante verifica e di un impegno continuo.

Mi pare assurdo doverlo dire ma l’importante è partecipare perchè è certamente discutibile che all’interno di M5S uno valga uno, ma non partecipando ci si priva di questa possibilità e si finisce per valere zero

E finisco sull’antifascismo, nuovo grande pretesto di scontro.

Il fascismo è una parola, che definisce un comportamento ed una linea politica. Esso ha giustificazioni morali e filosofiche, che derivano da pulsioni fondamentali e da aspetti “umani” quali la prevaricazione, l’ordine, la prepotenza. L’abuso di potere, la violenza del potere ed il suo diritto ad esercitarla ed infine il rapporto che esiste fra lo stato ed i suoi abitatori.

Tutto questo non si manifesta solo e necessariamente dietro e con una camicia nera, ma si riverbera in molti comportamenti antidemocratici e sistemici e non solo, arriva ad infettare persino alcuni ambiti che nulla dovrebbero avere a che spartire con lui, perchè al di là delle parole e delle terminologie la questione fondamentale è il potere ed i rapporti che esso stabilisce.

La scelta se essi debbano essere verticali, piramidali, maschili, violenti…con tutte le conseguenze e le mascherature oppure orizzontali, circolari, femminili e non violenti. Ed all’interno di questo il problema del fascismo e del suo uso da parte del potere si risolve.

E davvero finisco, con un accenno, nessuno pone la questione dell’olocausto animale…per esempio eppure è su questo sterminio costante che si appoggiano mille altri comportamenti malati di violenza tipici dell’umanità. Credo che chi voglia ragionare sul cambiamento debba smettere di cincischiare su pragmatismi incrociati ed iniziare a parlare di sostanza o quantomeno ad alluderla

Attento! Dietro ad ognunohermit

c’è sempre

l’uomo con il coltello

il giudice. Il censore, il benpensante

scivolando! Sull’orrida morale

lui s’inventa

le strade per la legge.

Non sono mai le stesse.

si trasformano

con il tempo e con i giorni.

Adeguandosi nel ritmo alla miseria,

che ci distingue l’anima.

Attento alla tua schiena, amico!

Dentro a te c’è il costruttore di roghi

il moralista

ed il popolo è pronto ad osannare

un nuovo papa, un nuovo re

uno qualunque…

purchè sia il suo signore

apre la strada dell’inquisizione,

si prepara alla festa

Un nuovo giorno ed una nuova regola

per affermare il potere

dello stesso! È sempre quello

questioni di famiglia

Pumbleo il cielo, non c’è cambiamento

l’uomo è sempre uguale

e segue

come sempre, la decapitazione

pronto ad applaudire per il boia.

Passano

il tempo e gli anni…scorrono

e il tempo muore

insieme alla speranza…non cresce nulla

nel deserto antico.

Attento amico! Davanti a te qualcuno

taglia le ali alla speranza.

Per ogni sputo, un grido di dolore

per ogni morte, un pianto

e niente altro…solo il silenzio

per ricordare l’uomo

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