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Di Marigo Giandiego
C’è una questione di sostanza di cui, sembra, nessuno voglia parlare.
Al di là ed al di sopra delle valutazioni e dei punti di vista, squisitamente elettoralistici e strumentali. Ed è lo stato, reale, di questo paese e del mondo. Il suo asservimento culturale al modello imposto dal sistema…dal mercato, da condizioni , che vengono, secondo me a torto, definite “oggettive”.
Faccio un esempio di quanto e di come e di quanto ci siamo persi.
La montatura mediatica nei confronti di un’area del paese è oggettiva, innegabile è come per le scie chimiche in cielo una cosa che basterebbe “guardare” e salterebbe immediatamente agli occhi.
Però come per il fenomeno citato essa viene negata, distorcendo persino l’evidenza, con una certa qual violenza e decisione, addirittura da chi ha fatto, a parole, dell’oggettività e dell’indipendenza il proprio cavallo di battaglia. Il che, per rimanere in tema equino lo trasforma in un bellissimo e efficiente Cavallo di Troia…in una trappola.
Sempre di più la tattica del “consenso estorto” dell’inganno da marketing, della pubblicità che non racconta esattamente la verità, ma nemmeno è del tutto una menzogna, viene adottato nella “normale comunicazione” distorcendola in modo pericolosamente ipnotico e persuasivo.
La comunicazione diviene manipolazione senza che chi la fa e chi la subisce, faccia nemmeno finta di di essersene accorto, ma se il secondo subisce , appunto, il primo per contro “pensa, progetta, pianifica” un intervento che è basato sulla distorsione sistematica, finalizzata e strumentale di ogni possibile informazione a fini persuasivi…e questo è terribile. Per chi riesca ancora a pensarlo
Si arriva così, in chiave assolutamente grottesca, al fatto per cui oggi, essere di “sinistra e progressista” nell’accezione “corrente” significa rinnegare tutto quello che è stato di “sinistra e progressivo” nel tempo.
Relegando il tutto nel cassetto delle utopie infantilistiche irrealizzabili.
Oggi essere di sinistra può persino significare essere un alfiere del liberismo selvaggio e sostenerlo senza alcuna vergogna, anzi con l’arroganza infinita di chi suppone di avere capito ogni cosa.
Un,abile gioco che il potere fa, spostando figurativamente a destra l’asse della realtà e costringendo sempre più in difesa quelli che si ritengono, ormai temo a torto, di sinistra.
Sino al momento di trascinarli completamente nel proprio campo, nel quale divengono inutili e secondari.
Il vuoto creato dal crollo della cultura di parte, sacrificata sull’altare falso e posticcio di una cultura condivisa ed oggettiva viene riempito di false immagini, messaggi virtuali, valvole di sfogo, crociate inutili e ininfluenti.
Oggi, oggettivamente, essere contro il sistema è di per sé eversivo, a qualsiasi livello esso avvenga dalle abitudini alimentari, al modo di curarsi, sino allo stile di vita ed all’auto-produzione alimentare ed il primo guardiano di questo confine fra “normalità” ed “alienità” è proprio il progressista di ieri.
Questo è tremendo eppure è avvenuto, nel piccolo delle relazioni personali, come nel grande delle relazioni politiche ed economiche.
Una sconfitta o una “discutibilissima” vittoria elettorale, passano per questa forca caudina, vengono filtrate da questa visione che nulla ha di democratico ed oggettivo, ma che è narrazione del potere, inesorabilmente si inchinano alla realtà d’un paese che non sa più parlare di cambiamento, perchè la convinzione trasmessa dai suoi media è che questo è il miglior mondo possibile, l’unico auspicabile e che Multinazionali, Corporation, Elite, Finanza. Leggi di Mercato globalizzate sono , in fondo mali necessari, indispensabile a garantire questo , auspicabile e positivo, progressista e giusto “status quo”.
Usando con abilità a questa convinzione profonda instillata ad arte nell’inconscio collettivo, pare assurdo e dietrologico dirlo , il potere sta preparando un conflitto mondiale “in provetta”, perchè questo gli serve per risolvere le proprie equazioni di sviluppo…ed oggi, la coscienza di questo ed il coraggio di denunciarlo, così come ogni comportamento altro è ritenuto non solo eversivo , ma tendenzialmente “pericoloso e malato”.
Questo avviene con la distorsione quotidiana e graduale del senso stesso delle parole: Fascista, Razzista, Rivoluzionario , Eversivo, Mafioso, Legge , Costituzione , Regole, Populista, Anti-Politica, Sinistra, destra, progressismo, Conservazione (per fare degli esempi) oggi , ed ogni giorno di più, cambiano significato e vengono usate in modo distorto ed improprio, divenendo vuoti slogan, definizioni ad effetto, che non individuano più ed affatto un significato preciso, ma che vengono usate strumentalmente per “colpire”, “offendere” , ottenere un effetto pratico immediato. Le contraddizioni, esagerate e pretestuose che dilaniano, frantumandolo, quello che dovrebbe essere il fronte del Progresso e della Civiltà sono, nettamente, derivate da questo assunto, ma nessun intellettuale riconosciuto, conclamato e di conseguenza ben pagato, sembra voler dedicarvi alcuna attenzione preferendo la polemica su questioni formali, vuote, non sostanziali, ma molto, molto più remunerative.
L’attrice se n’è andata il palco è vuoto
nel teatro non resta più nessuno
la voce tace, lì non c’è più corpo
e l’anima ne aleggia
il mimo, il guitto,
solo!
Ora prova la sua scena
ha fatto, sembra, un voto di silenzio
dietro nel retropalco, un nipote , un figlio
due giovani di scena
che provano la parte,
Più di un’allieva
di grande talento
hanno imparato
anche a portar la voce
non è la stessa cosa
però
non è la stessa voce
è un’altra storia , un’altra donna
nella platea un uomo solo
aspetta
un saluto , un cenno
un riconoscimento
come una volta, come un tempo
quando quel palco non aveva orpelli
ed il teatro era solo un capannone
quando l’attrice era giovane
nei giorni pieni della sua bellezza.
Il suo silenzio…ci lascia un po’ più soli
la sua presenza, un’ombra
un cenno ed un capitolo
sul libro della storia del teatro
Non mi aspetto pietà
né comprensione
Non mi aspetto verità
né compassione
Non mi aspetto si capisca
quello che sto per dire
Se smettessi di parlare inutilmente
Oh! Se solo davvero ci riuscissi
Smetterò di indicarvi la mia strada…
a voi non interessa
ed a me toglie energia,
Smetterò di cercare
le parole e di spiegare
quello che, è chiaro,
a voi non interessa…affatto d’ascoltare
Quello che preferite non sentire.
Non mi aspetto che il Boia
mi faccia grazia
Non mi aspetto che la piazza dei roghi
sia , finalmente, vuota
Non mi aspetto
che non tiriate il primo sasso
so che lo rifarete…come sempre
Non voglio più sperare
che ognuno veda la sua trave
questo non avverrà.
Non voglio perdere tempo nel cercare
d’altrui coscienza il segno
Non c’è civiltà, qui e non c’è progresso
soltanto tornaconto, convenienza
ed il sacchetto con i trenta denari
un piatto di lenticchie…in cambio di una primogenitura
ma vuota…senza alcuna eredità
Coraggio!
D’esser altro che non ripetizione
Voglia!
D’esser diverso fuor d’ogni logica
senza competizione
Diverso nel racconto
altro percorso
uomo nuovo nell’anima
Capace d’altre favole
ali di drago
uscire dalla scatola
non acettare il branco
miserevole e ricco
avvolto nell’amore, eppure solo
fidando d’empatia e di sensazione
di compassione
di rabbia e d’uguaglianza
Capace d’essere uguale
sapendo d’esser diverso
Capace dentro al sogno ma vivo nella vita
Sbagliammo sino a qui
quel che abbiamo attorno lo dimostra
basta girare gli occhi tenendo aperto il cuore
Sbagliammo
anche se il muro costruito, tiene
anche se nostra casa è ricca
per ingrassarne uno ne abbiamo uccisi cento
Sbagliammo con il potere
finimmo a fare guerra
eternamente
sangue ad imbrattarci le mani
Cercando nuove scuse
mille motivazioni
ai nostri muri ai confini
nell’invenzione nostra
di ogni differenza mostruosamente uguali
Scultura di Francesco Uccheddu ” Tanit Sole-Luna”
https://plus.google.com/u/0/s/francesco%20ucheddu%20scultore?partnerid=gplp0
Là! Sulle barricate…oppure finsero
oggi pasteggiano, tranquillamente assisi
alla mensa dei potenti, dei forti
molti che cantarono libertà
oggi sono occupati, solamente,
nel far tacere chi s’è ribellato…
I tanti che descrissero, verità
e se ne riempirono la bocca
oggi sono portatori di menzogna.
Con le vecchie parole
non si può più descrivere il cambiamento,
solo parole nuove possono farlo
nuovi vestiti, posate le bandiere
Ora più che mai non è possibile.
In questi giorni
in cui esser diversi è già follia.
Finsero allora?
Si son venduti oggi?
Per un piatto di lenticchie
e un posto a tavola
hanno venduto l’anima?
Oh! Essi ti intessono
grandi ragionamenti ed alte logiche,
sublimi motivazioni.
Ci parlano della crisi e dell’impegno…
di responsabilità.
Lo fan per noi, tapini
ancora una volta…umilmente grazie
di tanta generosità, possiam far senza.
Il risultato? Il solito,
quello di ieri e quello di sempre…
che ogni pagina di nostra lunga storia
ci sovviene…
come un tempo fecero
così anche oggi fanno,
tacciano i guitti e i comici,
taccia la verità
sia disperso il dissenso
che il momento e greve
la responsabilità oggi
Ci riempie il campo…e chi dissente
è eretico ed è un nemico
ti tutto quel che è
buono, pulito e puro.
Triste è quella canzone
che resta uguale
che può valere sempre
In ogni tempo…Triste!
Ed assai dolorosa descrizione d’uomo
Del calore
del magma
dell’antica sapienza.
Della voce del vento
del rumore di tutte le cose
e del loro vibrare.
Dell’essere
del profondo respiro d’una grande foresta
del fertile, dell’acqua e del seme.
Dello scorrere e dell’andare
del tempo che passa
e del suo raccontare.
La Madre, la Dea.
Il divino, non solo maschile
della coscienza e del tao.
La vita che scorre, che nasce
del seme che cresce.
Il racconto narrato, non scritto
la saggezza, compiuta negli atti
un esempio ch’è vita.
Dell’antica coscienza
dell’assenza di ogni violenza
ch’è del condividere
giammai del competere.
Che non è maschile
chè non è potere
ch’è madre.
Figura ed immagine
ch’è stata negata
(Immagine: Pintadera e Dea, simboli di fertilità. Sculture in pietra di Francesco Uccheddu)