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È inutile parlarvi, voi non ascolterete
le orecchie piene del mormorio di fondo di questo,
che è il vostro sistema
Non darete attenzione a quel che dice
un visionario sciocco, uno spostato
Che alla “Robba” vostra non dona alcun valore
Ad uno che sa e che ve lo dice
che nudi siamo nati e nudi moriamo
Non porteremo niente
di questa dimensione dentro all’altra
nulla che non sia il nostro racconto …
come vivemmo
cosa narrammo nel nostro cammino.
È inutile lo scrivere … che voi
che noi, non leggeremo mai,
rapiti, come siamo da immagini parlanti
che dicon tutto, ma non raccontan niente
che servono soltanto per affolar le menti
di luccichii e di falsi messaggi
Tempo perduto … questo delle parole
Tempo buttato, disperso dentro al vento
scritto sopra la sabbia al bagnasciuga
Eppure sono qui, con la mia penna
battendo sopra ai tasti
pur senza emetter suoni
son qui dicendo cose inutili
e coltivando … assurda
la speranza che voi stiate a sentire
ripeti, copia e cita
Siam tormentati dal solito
morsi e frustrati dalla banalità
e si ripetono frasi
di circostanza e inutili
così solo nel gusto
di dire qualche cosa
e noi ci ripetiamo … arrogandoci
di convinzioni assurde di unicità
L’umanità cita sé stessa
nell’infinito vortice d’un mondo inutile
privo di fantasia
o disperato d’un continuato e immeritato furto
e siamo sempre lì …
amore cuore e mamma
a ricoprire la monnezza e lo sporco
dell’uomo solito …
senza coscienza e senza pentimento …
privo di compassione
il mostro dell’egotismo è smisurato, forte
si nutre ingurgitandoci di tutti noi …
d’ogni conflitto e d’ogni ripetizione
essere umano assurdo … campione d’ogni stoltezza
tu che ti giudichi
per condannar te stesso alla stupidità
Quegli occhi che vedon ben altro
lanciati oltre il limite stolto
di angusti e sparuti confini
di linee tirate a righello da uomini antichi
rinchiusi coi topi … in case blindate
serrate d’astuzia e egoismo
Quegli occhi che vedono altro
sfondando il muro del sogno
toccando realtà … con mani tremanti.
Cambiare comincia da lì
da quel che si vede … e non credi
da quel ch’è al di là dell’osare.
Morali bigotte e regole scritte col sangue
dei molti che dire non seppero … Sì!
Nei roghi sfumati nel tempo
che bruciano ancora le carni
d’eretici e vecchi ribelli
E di donne che dissero al mondo ignorante
d’un loro potere segreto.
Son occhi che guardano indietro
che vedono avanti, nel gioco d’un tempo gaglioffo
E torna e ritorna … non è mai andato via.
E vedi che scorre, che fluido si snoda
il fiume di questo racconto … né fine né inizio
Mi han derubato dei sogni perduti
della mia vibrazione argentina e squillante
son orfano di quelle speranze
infrante su quello che è umano
su quel ch’è normale
su quel che la gente s’aspetta … che vuole
sui bisogni inventati … sulla roba e sui soldi
Partimmo superbi il mondo a cambiare
noi restammo gli stessi, però.
Intrisi e inzuppati di quel che c’avevan passato
dei loro valori che noi contestammo
bevendoli assieme … e cambiando negli anni
Dei molti partiti mi vedo d’intorno
altrettanti fermati e silenti
Così … rassegnati, convinti da questo sistema
qualcuno alla gogna, ma pochi
qualcuno, ancor meno, ch’è morto su un rogo.
Son pochi però che sono rimasti com’erano allora
e non parlo soltanto d’idee ma del suono dell’anima
del senso, del vero motivo
di quel che vedemmo al di là della nebbia
Tristezza? Non credo!
Delusione e mestizia, non fanno per me
ho vissuto e sto ancora qui … e rido e gioco
e bevo, se ho sete, sia vino che birra.
E vedo … si vedo, scusatemi tanto
al di là di quel che noi siamo, purtroppo
comunque comincio da me
di giandiego
“Ogni tre giorni e mezzo avviene, in media, l’omicidio di una donna in ambito familiare o comunque affettivo, mentre ogni giorno, sempre ai danni di donne, si registrano: 23 atti persecutori, 28 maltrattamenti, 16 episodi di percosse, 9 di violenze sessuali.” Citazione testuale dall’ANSA.
Non è una bella media, nulla di cui la civiltà occidentale, pur con la sua tendenza ad esportare democrazia, possa vantarsi … nulla che possa davvero essere definito “maturazione spirituale, sociale e civile”.
Si badi quello di cui si sta parlando è “il denunciato”, quel che si sa, perchè emerso, ma molto altro avviene là sotto senza che sia manifesto. È ovvio e persino un poco lapalissiano che sia così.
Lo abbiamo definito “femminicidio” e ci siamo messi il cuore in pace. Lavandocene faccia, capo e mani.
Alcuni nonostante questo “invidiabile” record negativo ancora sono convinti che questa civiltà occidentale abbia ad insegnare qualche cosa al mondo … eh si! L’Ipocrisia d’una struttura cristiano-giudaica che fa dell’apparenza partecipativa e democratica il proprio scudo. Del perbenismo e dell’apparenza sociale il proprio sistema.
Perchè, perdonate il ricorrere del pensiero del vostro scribacchino qui in questione, il problema è sempre lo stesso, come per la cultura, come per l’ipnosi, come per il controllo mentale e la società elitaria … siamo sempre lì! Stiamo parlando di Sistema. Di questo Sistema!
Il nostro si è evoluto sulle spalle delle donne e degli schiavi e non si è mai liberato da questo vizio di fondo … il femminicidio è una filosofia, che ci piaccia o meno, una conseguenza di una scelta filosofico -morale che sta a monte.
È figlio del machismo, della competitività, della logica del più forte e del più adatto, dell’apparentamento fra forza e potere (tipicamente maschile e profondamnete radicato nella nostra socieltà, retta conseguenza di quelle tribù a struttura verticale e potere maschile, che scendendo dall’Ovest, armati con il ferro e inventori della guerra sterminarono le pacifiche comunità gilaniche , femminili, orizzontali delle pianure. Piantando paletti e definendo la proprietà della terra. È ancora sempre questo il tema di fondo, l’affermazione di un potere maschile che travalica il mateirle ed invade lo spirito.
Farneticazioni da scrittore, non affermato per altro, di fantasy? Può essere … se vi piace, ma INTANTO LE DONNE MUOIONO. Ed ogni volta la scusa è buona addirittura , si dice, per eccesso d’amore … ma per piacere!
Siamo sempre lì … al maschio dominatore e padrone dà fastidio, sino alla rabbia folle ed incontrollabile, che il proprio possesso amoroso, abbia persino un cervello e, peggio, un’anima e possa non volere continuare a subire il suo affetto, ammesso che il senso del possesso che chiamiamo amore possa essere definito così.
Ed allora l’invasore dell’Ovest, armato di ferro, fa fuori la sua strega gilanica … trovando insopportabile e disonesto che possa, una donna, essere migliore di lui.
Siamo ancora lì, sul rogo delle streghe sapienti, mentre il vescovo Cirillo uccide Ipazia … con gli achei che ballano sulle ceneri di Troia e di Micene.
Siamo sempre alle soglie del neolitico … ad esportare civiltà.
Tutte le indecenze, innumerevoli purtroppo, perpetrate ai danni delle donne, sono lì, nella lostra storia, connaturate con quella che chiamiamo civiltà, figlie della nostra paura di maschi frustrati che possano derubarci della nostra palla … perchè le bambine sono furbe e maliziose. Perchè mamma (e qui sta il mostro)mi ha insegnato che non mi devo mai fidare completamente di una donna … e mamma lo sa, perchè mamma le donne le conosce benissimo.
Il male che le donne fanno a sé stesse è però un altro discorso, che affronteremo forse, in un prossimo racconto.
Comunque … e finisco, persino quest’ultima deformazione culturale è figlia di questo sistema … di quest’ordine, di questo stato delle cose … se non inizieremo a praticare il cambiamento, cominciando dai nostri comportamenti e dalle nostre relazioni, come potrebbe mai cambiare qualche cosa davvero? In mancanza di questo resteremo fermi lì e continueremo eternamente ad uccidere la strega gilanica.
(la fotografia che illustra l’articolo deriva da un lavoro dello scultore Francesco Uccheddu)
(Farneticazione di fine anno, in atto unico ed irripetibile, di Marigo Giandiego)
La Robotica antropomorfa è ad otto anni da qui, questo non lo dico io, ma la scienza.
In Giappone già si realizza una fabbrica totalmente robotizzata. Forse i marxisti più raffinati contesteranno che la robotizzazione non ha senso e non può affermarsi in un mondo capitalistico fondato sulla concorrenza e l’appropriazione del Plus Valore … che questo discorso avrebbe senso solo in un sistema monopolistico e globalizzato … appunto!
Non sto delirando, e non vi sto parlando del mio prossimo romanzo, non sono un complottista (non spesso quantomeno) e nemmeno un cretino, ma un socialista … Però, forse dovremmo renderci conto di cosa stia succedendo.
Il lavoro sta scomparendo e con esso l’esigenza di forza lavoro e la risposta dell’élite sarà la depopolazione. che permette loro di riprodurre il loro potere e mantenere questo livello tecnologico con una popolazione mondiale più che decimata (Kissinger negli anni ’90 all’ O.N.U. Parlò di una diminuzione drastica del 60/70%)
Mentre tutto questo avviene , noi, prigionieri di “parametri novecenteschi”, incapaci di leggere e comprendere il nuovo … sordi e miopi, permaniamo sui nostri slogan stantii , continuiamo a raccogliere vecchie bandiere polverose, gloriose ed indimenticabili, ma non per questo meno inutili… Difendiamo il lavoro, cerchiamo il “lavoro per tutti” in uno sfondo in cui il “lavoro umano” sta deventando obsoleto… mentre società liberali, con solo vaghi fondamenti socialdemocratici, ma di scuola Keynesiana si rendono conto di quel che sta accadendo ed in Svezia viaggiano spediti verso la giornata lavorativa di sei ore, che verrà presto ulteriormente ridotta e la Finlandia si interroga sul reale significato del Reddito di Cittadinanza e lo motiva con la graduale scomparsa del lavoro umano.
Nessuno si salverà, perchè la media borghesia o middle class è proprio quella destinata a regredire maggiormente.
Tendenzialmente la cibernetica viaggia verso l’intelligenza artificiale e quindi verso le macchine che costruiscono e riparano altre macchine ed imparano, avendo a disposizione una memoria praticamente infinita, eidetica e fotografica.
Annullando l’intervento umano, anche in fase di programmazione e costruzione. Per farla molto breve, ma senza per questo dire stupidate … In un quadro come questo le prospettive possono essere due: Socialismo e ridistribuzione, condivisione ed opportunità controllo dal basso e modificazione sostanziale delle filosofie, della spiritualità e delle regole del gioco, sostenibilità e cultura condivisa… oppure depopolazione violenta, Medio evo Tecnologico e Sistema Elitario Spinto e Post-capitalista con l’aumento a dismisura della forbice fra ricchi e poveri e conseguente abbandono degli ultimi … ed un serie di guerre su scala mondiale, ma controllata con l’uso delle tecnologie più moderne, devastanti e ad effetti collaterali contenuti (bombe al neutrino, per esempio).
Certo possiamo far finta che nulla stia accadendo, possiamo continuare a fingere che il pianeta abbia prospettive … possiamo continuare , tranquillamente, sorridendo e cantando a fingere di non vedere che l’èlite costruisce bunker, destinati ad ospitare la vita per centinaia di anni … possiamo fingere di non capire, nonostante ce lo dicano nelle loro serie televisive che stanno anche cercando scampo su altri pianeti.
Fantasie ed allucinazioni, certo, farneticazioni … senza dubbio. Stati di demenzialità conseguenti all’abuso di Cannabis … ovviamente e con un certo orgoglio, anche.
Cassandra? Ma se i troiani l’avessero ascoltata e se Omero ci avesse raccontato la storia com’era e non cantando la narrazione dei vincitori, oggi forse il mondo sarebbe matriarcale, mentre il Principio ed il Divino femminile, orizzontale e circolare, sarebbero la nostra base filosofica e spirituale. Follia chiamatela così se preferite … un gioco con il grottesco e l’assurdo di uno scrittore di Fantasy e Fantascienza … può anche essere, ma se vi capita, così, tanto per … pensateci.
di giandiego
Sto invecchiando è innegabile, metodicamente, inesorabilmente, quotidianamente. Resto io, però, e questo, forse è peggio.
Mia madre diceva che in ogni 70enne (io ne ho solo 61) è imprigionato il ventenne che era e grida d’essere ancora lì, chiede che qualcuno lo ascolti.
Aveva ragione, ma la saggezza serve davvero a qualche a cosa? Per carità non fraintendetemi so che serve. Non sono un depresso, non odio la vita, non guardo spaventato al mio domani (anche se avrei qualche ragione per farlo). Non voglio intrattenervi con i miei mali, le mie paure ed i miei acciacchi, i miei fallimenti e le mie povertà, anche se ne avrei da raccontare.
Voglio soltanto fare una domanda … ne vale davvero la pena? Oppure nascondiamo la nostra paura della morte travestendola da saggezza, raccontando le amenità dell’età adulta e della vecchiaia, ed indorando pillole che non vogliamo ingoiare?
Pensavamo così a vent’anni? Io no … non vedevo i quaranta, figuriamoci quelli dopo.
Davvero questo è il meglio? Questa normalità noiosa e ripetitiva, questa paura di ogni cosa che travestiamo da sapienza. Questo terrore del cambiamento e questa fame di tranquillità… di stabilità?
Questo andirivieni fra ospedali, ambulatori, internisti, dermatologi, oculisti, dentisti, fisioterapisti … ma davvero? Tutto per prolungare la nostra miserabile esistenza di qualche mese?
Forse questo discorso vale solo per me che sono diabetico, cardipatico … zoppo e invalido, ma temo che non sia così … quando vado in giro per ambulatori (ormai uno dei miei lavori a tempo pieno)ne vedo tanti … vi incontro tutti. Casa fate lì? Accettate il compromesso con Big Pharma per vivere ancora un giorno?
Sex, Drugs & Rock and Roll … le moto rombanti, On the Road Again … The Rolling Stones, The Beatles … The Moovement, ma davvero?
James Dean e le macchine potenti … o anche solo le barricate in difesa di un’idea. Il fuoco delle molotov. Morire in uno scontro a fuoco per qualche cosa in cui credi davvero … siamo proprio sicuri che ne valga la pena? Di questa cosa, post mezza età, che si tinge sempre più da vecchiaia, che accoglie la dimenticanza privandoci anche della memoria?
É saggezza o è solo una scusa per modulare la nostra paura della morte? È questa la saggezza che ci maturerà spiritualmente … la rassegnazione al decadere?
Non sto istigando al suicidio, mi faccio solo domande … le faccio a voi (ammesso e non concesso che qualcuno perda del tempo a leggermi).
Soprattutto perchè, poi, è fra quelli della nostra età che il potere annovera i più strenui difensori … gli amici più fedeli. l’ultima frontiera dell’indecenza. Proprio noi che volevamo affossarlo e distruggerlo oggi siamo sull’ultima frontiera con in mano la nostra scheda elettorale.
Sono un fallito, un povero, uno scrittore degli ultimi … un poeta da strada, per questo motivo parlo così?
In un batti e ribatti on line con Baccini (il famoso e noioso cantante melodico-finto rock) Lui mi ha definito “noioso mentecatto” … ed ha aggiunto “ … si definisce poeta e filosofo di strada … questo dice tutto”.
Quindi ragione di più, non abbiamo bruciato la nostra vita sull’altare della Gloria, non abbiamo Fama e Danaro nè costosi Status simbol da mettere in conto ad avvalorare il nostro percorso (pur essendoci passati moltissime volte vicini) … i più fra noi (almeno io lo sono) sono scrittori compulsivi non letti, poeti auto-referenti. Filosofi da discarica … ed allora? Era questo che vedevamo nel nostro futuro a vent’anni. Parlo per me, con voi … di me, di voi, di noi? Difficile dirlo.
Non abbiamo nemmeno cambiato il mondo … e stiamo invecchiando … i più (non io che sono un ultimo) funzionando da bancomat per le nuove generazioni spiantate e perdute (e forse per questo ruolo è giustificata la nostra esistenza).
Sex, Drugs & Rock and Roll … ha segnato gli anni della nostra gioventù che fossimo sistemici o antagonisti, poco importa … il modello era quello. Che poi fosse un fanfaronata … un boutade, può essere , ma ne siamo poi così sicuri … Per molti dei nostri modelli fu regola di vita ed anche il senso. I miti, nella stragrande maggioranza morirono a trent’anni. Quelli che sono durati possono forse essere divenuti dei Guru, ma non saranno mai delle “leggende”
Oggi siamo qui titubanti a pietire per un giorno in più … accettando l’idea di questi anni farmaceuticiche ci allontanino da Sorella Morte (quasi fosse possibile e realistico rimandare l’ultimo appuntamento, come se non fosse tutto già scritto)che ci spaventa più di ogni altra cosa con il suo mistero implicito.
Siamo divenuti padri, alcuni buoni altri meno (io meno) … alcuni sono nonni, altri no … e moduliamo saggezza e frasi fatte, per non ammettere a noi stessi d’essere monumenti al compromesso, noi così snob: popolo bue … ricettacoli di viltà.
D’essere pronti a venderci anche l’anima per qualche minuto in più
(si ringrazia l’infinita fonte d’ispirazione fotografica di foto(di)vagando)
Dico quel che dico perchè scelsi … un giorno
d’essere quello che sono … esattamente
Ed ora e qui vi parlo e mentre penso … scrivo
di quel che è sogno che è anche quel ch’io credo
Lo costruii nel tempo con il passar degli anni
lento e fatale scorrere di questi miei minuti
scoprendone il racconto passo a passo
giorno per giorno che ancor non ho finito
goccia su goccia non smetto d’imparare
non è concesso il fermarsi in questa vita
Lo stupore e il canto ed il terrore
con la paura e insieme lo sconforto
d’ogni risvolto io bevo
comunque e sempre avvolto
che sia chiaro od oscuro … che sia gioia o dolore
Son qui scrivendo cercando la saggezza
e non m’accorgo quand’essa passa accanto
perchè come quei molti che sempre un po’derido
Io sono cieco e stolto supponendomi poeta
Io che non compaio che non son letto
che nessuno ambisce a pubblicare
Pensando a questi anni e al loro segno
Dotti e sapienti certo non cercan me
e le parole volano e si perdono
inutilmente scritte pensate per il nulla
Di mondi paralleli una collana
d’ipotesi e d’antiche convinazioni
In infiniti spazi senza tempo
l’incomprensibile irride la ragione
I nostri morti tornano …
son qui con noi da sempre
a raccontar la notte
ri-promettendo il giorno
Con l’arroganza della nostra scienza
che infine s’inchina alla creazione.
L’imponderabile ci gioca nel cervello
ridondandosi intorno come se fosse luce.
Il caso gioca, ancora, le sue carte
e mette il Pazzo assieme all’Impiccato
mentre Straripamento accorre su sei righe
Il Ricettivo brilla dentro al suo vuoto interno
e là il Creativo aspetta
con le sue linee dure
ri-raccontando al mondo
d’una antica fiaba, una leggenda
Ed il poeta va
a caccia di unicorni e di emozioni
mentre il musico vi accede per diritto
come il maestro … lui, dell’astrazione
Sopra un moscone vola
e non dovrebbe, ma lui, però, non sa
e lo continua a fare
Intorno c’è il Grande Nulla
giocando con l’intelletto
svuotando il senso ed il fine
privandoci d’ogni motivo
ci affascina con il suono
il canto delle sirene
ci fotte con il colore
col gioco di mille luci
Ci prende per ignoranza
glorificandone il nome
É il vuoto della coscienza
ed è il silenzio dell’anima
il culto dell’apparenza
la vuota forma e l’aspetto
Siamo firmati noi …però … siamo eleganti.
Siam qui schiavi del vuoto
ci contano … come bestiame
non siamo più la gente
siam solo una moltitudine
numeri da statistiche
non più persone noi
ma centri per il consumo
svuotati anche nell’anima
noi … pronti per il macello
che siam felici d’essere
parte di sto sistema.
È nostro il Miglior Mondo
qui vige l’abbondanza
che importa se dietro agli angoli
la morte si fa padrona …
Vediamo la superficie
quello ci fan guardare
Noi siamo molto contenti
d’essere quello che siamo
ci han tolto cuore ed anima
svenduti per poco prezzo
e noi glieli abbiam venduti
per una lenticchia al pezzo