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Beato chi ha certezze, io non ne ho
soltanto dubbi…mille domande
Beato chi non pensa, non si ferma
perchè già sa
io non ci riesco,
continuo a domandare
Beato chi ha risposte…
io non ne ho…le sto cercando
persino oggi, che son vecchio e stanco.
Non mi tormento
con regole prescritte
non accetto il benpensiero,
so d’essere marginale e son contento
sulla cresta dell’onda
si esprime il cambiamento.
Esserlo fa, spesso, male
non è nulla di comodo…ci si sporca.
Non esistono sentieri, non c’è ferrata
spesso si viaggia all’impronta
e senza luce
Cambiare vuol dir rischiare
non c’è verso.
Nuovi equilibri li fai
camminando lì
sull’orlo del cadere
il primo passo…sai
è uscire dal sentiero
D’essere diversi noi
non avrem mai coraggio
d’essere altro
che non quello che siamo
mi rende triste questa constatazione
perchè è nel cambiamento la salvezza
quand’anche costruiamo
grandi idee. mille bandiere
quand’anche c’inventiamo un evo nuovo
noi non cambiamo e dentro…
rode la bestia, sempre!
Quel ch’è Divino in noi
non conosciamo, non lo guardiamo…
non ne teniamo conto
Incapaci al veder…per omissione
inetti all’ascoltar…noi
che parliamo molto
perfino troppo,
ma diamo l’etichetta d’utopia
chiamiamo sogno
quel che diciamo….
quel che speriamo.
Quel ch’è divino…
quello ch’è visione
Chiudiamo in un cassetto
il nostro meglio
e ci nutriam col peggio
Mettiam fluenti vesti colorate
oppure il grigio o il nero
e ci agghindiamo
portiamo sciolti i capelli
o li tagliamo…
ma nulla cambia davvero
Noi siamo uguali sempre
e fra di noi…
sempre ci misuriam miserie
sempre ci giudichiamo
sempre noi competiamo.
Sempre noi ci trattiamo col potere
Siam sempre uguali noi
sempre gli stessi
dolente umanità gente da poco
Maschere! Di vetro o cera
legno o ceramica
comunque e sempre maschere
di stoffa, carta o fatte di velina.
Oppure seta
maschere al ballo
che fanno il minuetto…
guardano e poi si inchinano
parlano e si salutano.
Alla parata, in piazza
si vedono alla domenica
ben vestite, tirate a lucido!
Maschere! Che stanno nella scatola
vendono sogni,
spacciatori d’illusioni.
Ruoli, interpretazioni
attori e comici…i nani e le ballerine
facendo caricatura
di noi stessi…sempre ballando
sull’orlo della vita
senza accorgersi, senza notare
quasi che non ci fossimo,
che tutto fosse…poi
soltanto recita.
Poi uno sparo, l’orrore, la follia…
seduti sopra l’orlo e squilibrati
qualcuno a volte cade
e la sua maschera
si rompe, si frantuma
ma il volto insanguinato
quello che un tempo
era stato vivo
ci è sconosciuto…
quello non è nessuno,
non appartiene a noi,
non ha la maschera.
Non gioca il nostro gioco
nota stonata, battuta fuori tempo
una stecca, un caso…
una mossa poco accorta
Parliamo, lo guardiamo e siamo attorno…
eppure noi…
noi non vediamo niente.
Oltre la maschera il nulla
e non potremmo ammettere
d’essere volti, anime , d’essere fragili
d’essere veri…e d’essere feriti.
Della fragilità non si racconta e del dolore…
si ha molta discrezione
e poi comunque al ballo in maschera
di queste cose lo sai…
nessuno ascolta.