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Hey tu!
Caricatura d’uomo
macchietta di te stesso.
come puoi tu pensare
che non provino dolore?
Che non sappiano
esattamente cos’è morte!
Loro che sono parte
di quel tuo stesso tutto
intessuti nella tua
medesima sostanza
Uno! Con te, che sei
senza merito alcuno
parte di Dio.
Tu che ascolti ancora
la scimmia urlante
che divenne carnivora
seguendo una follia
per quel suo terrore molesto
di rimanere senza cibo
Tu che esporti la tua civiltà.
quella che t’arroghi a chiamare tale
condita di violenza
nutrita di follia e d’autocompiacimento
difendendo il tuo diritto a far massacro.
Chiami olocausto
quello che ti conviene!
Tu che sei superiore
solo perchè lo urli,
che sai ascoltar
solo te stesso e la tua voce
che sei cieco, sordo, incosciente
un non adatto
ma che imponi
il tuo imperio
con la forza
capace del distruggere
vocato allo sterminare
perchè sai dirlo forte
d’essere tu il padrone
perchè afferrasti il ferro
ad ammazzare
perchè concepisti l’idea
di nutrire te stesso
del dolore
Tu che non sei nato predatore,
ma che lo fai per vizio…
quasi nutrisse la tua intelligenza!
Non sei più parte
ti comporti da padrone…ma non possiedi nulla
sei solo “Il Distruttore”
Confini segnati dal filo spinato
Speranze finite, disperse e bruciate.
Ridotte nel fumo d’un oscuro camino.
Una neve d’orrenda fattura
che cade d’intorno.
Nessuno si scordi!
Nessuno si chiami di fuori
Nessuno, alla fine, è davvero innocente
Che resti di monito!
E Sebbene non serva e non paghi vendetta.
Che resti per sempre
nei nostri
nei vostri
ed in tutti i racconti.
Ricordo dev’essere, ho detto!
ma senza rancore.
Memoria !
La nostra memoria però, non potrà…
non dovrà cancellare
Che serva!…
Perché sia bagaglio
sia ai figli che ai padri.
Che serva per tutti
a noi come a voi
Perché poi nessuno ripeta follia
di nuovo a insozzare la terra
Adducendo ragioni
cercando motivi
Non c’è scusa all’orrore
Non esiste un motivo
Paura dell’altro,superbia?
D’orrenda arroganza
macchiammo il cammino
Nella casa dell’uomo c’è posto
per tutti
Non si serri il portone,
non si chiuda di fuori nessuno
nella mensa c’è pane e c’è il vino
non c’è prediletto o secondo arrivato
né figlio cadetto
Questa casa ha dovizia di doni
Per ciascuno di noi
di Giandiego Marigo
Esiste, oggettivamente un problema di cultura in Lombardia ed in tutto questo disastrato paese, pur sorvolando sul macello che i tagli orizzontali ed incoscienti hanno operato, persino su quella che viene definita tradizionale e condivisa, colpendo e rendendo impresa impossibile le manifestazioni più tradizionali e popolari, segandole con la mannaia cieca, figlia di questa crisi inventata.
Sostituendo persino la cultura più tradizionalmente del potere, con format di pronto consumo, fruibili, acquistabili in kit di montaggio ed in comode rate, sull’altare del Dio Profitto.
Il Berlusconismo e la sua infezione delle vie più convenzionali e percorse della comunicazione non ha certo favorito, il nascere e l’affermarsi di embrioni di comportamento virtuoso e altro.
Eppure è da questi embrioni cultural-comportamentali che qualsiasi modificazione o rinnovamento di quella che mi azzarderò a definire Civiltà riceve impulso ed avanzamento.
Non certo dall’invenzione di comportamenti massificati e finalizzati al consumo e dalla loro riproposizione in chiave spettacolare e facilmente fruibile, ma semmai dall’instaurarsi di “modi e mode” altre, fuori dal controllo sistemico e dall’organizzazione e formattazione da parte del Potere.
Questi embrioni sono esistiti ed esistono al di fuori di qualsiasi area di influenza ed attraversano trasversalmente la società ed i suoi schieramenti formali.
Non necessariamente antagonistici, alla loro nascita, lo diventano per soffocazione e per isolamento, per mancanza di ossigeno e di ascolto. Per carenza di possibilità e di visione da parte di chi questa società dovrebbe amministrare.
Faccio alcuni esempi, l’auto-produzione culturale letteraria, il veganismo e l’animalismo, la musica indipendente, il jazz, la musica live “originale” e diffusa, molto giovane teatro, gli artisti di strada, l’auto produzione d’artigianato d’arte, ma sono talmente tante le cose assolutamente trascurate, abbandonate a sé stesse, dimenticate , non curate che potremmo riempire pagine e pagine e non tutte sono necessariamente rifugiate nei centri sociali autogestiti o quantomeno non stanno solo lì, anche se la loro esperienza ha un’importanza fondamentale.
Sino alla cultura alimentare del mangiar bene alla filosofia dell’autosufficienza alimentare, degli orti urbani o di campagna, della decrescita felice.
Tutte queste cose danno vita a visioni,non sono a sé stanti perchè sono legate a scelte comportamentali virtuose a modelli conservativo-evolutivi positivi e vincenti. a filosofie che favoriscono e facilitano la crescita spirituale e quindi il Cambiamento.
Una società che scelga di affidarsi interamente ad energie rinnovabili, sostenibili e compatibili ha comportamenti completamente differenti dalla nostra, ma non sono imposti ma liberamente scelti, hanno cioè un portato e delle implicazioni sia spirituali che culturali importanti.
Non nascono cioè dal nulla e sul nulla, ma sono portati, diffusi, cantati, descritti, divengono parte della filosofia popolare e condivisa passando attraverso lo stadio di mode e modi
È, quindi, questa la ragione prima che muove i nostri motivi ed per questo che ci rivolgiamo con tanto interesse alla creatività ed alla possibilità reale della sua diffusione ed implemantazione, ma non solo diamo anche grandissima attenzione alla sua libertà da schemi, canalizzazioni, modelli e format.,
È per quello che così importante per me diviene il discorso del circuito, dei luoghi in cui questa creatività si esprime e trova “sostegno”.
Sono assolutamente convinto che di questo sostegno di debba parlare e che questo si traduca in occasioni, luoghi, tecniche, supporti, possibilità, circuito, ed in ultima analisi in una educazione alla cultura diffusa ed alla differenza fra operatore culturale e Star che nasca e si muova a più livelli influenzando e relazionandosi
Vi sono varie “manifestazioni immediate e possibili della suddetta volontà/capacità di lettura”, per esempio proporre la creazione di un fondo per sostenere iniziative culturali dal basso, lo stimolo alla creazione di spazi autogestiti mettendo a disposizione spazi inutilizzati (vedi l’esperienza di Macao a Milano, o quella dell’America Occupato e del cinema Palazzo a Roma)
Resta inoltre aperta, e sarà il caso prima o dopo di metterla in seria discussione, la questione del Copyleft, del Creative Commons e del software libero.
Sia dal punto di vista educativo, del concetto di Cultura libera e commons VERSUS cultura tradizionale = industria/merce/immagine/successo/ecc.
Sia dal punto di vista della sostenibilità legislativa ed economica, e quindi della rottura del monopolio SIAE, a livello legislativo, a favore della creazione di un sistema di gestione del diritto d’autore trasparente, No Profit e democraticamente autogestito.
A livello legislativo poi, penso alla questione delle arti di strada e alla loro liberazione dalle varie forme di repressione.
Penso che i primi passi concreti che si possono fare in ambito di gestione territoriale debbano essere rivolti a favorire la nascita e lo sfruttamento (ove ce ne sia la possibilità) di Spazi culturali e liberi VERSUS Spazi commerciali.
Sono soltanto tutte idee.
Condivise con altri operatori del settore che butto lì alla rinfusa, in modo che si possa rendere la proposta nel modo più concreto possibile e meno astratto.
Innanzi tutto perchè è un buon libro, anche se non dovrei dirlo io, che sono parte interessata. Buona Fantasy in buona scrittura, perlomeno lo sforzo nello scriverlo è stato questo.
Secondo perchè esporre la mia arte è l’unico mezzo di sostentamento che mi è rimasto, che a voi, mi rendo conto, potrebbe fregare pochissimo, ma che dal mio punto di vista…bhè, ha una sua importanza.
Non sono un “scrittor giovine” anche se questo è il mio primo lavoro, la mia vita, che non vi narrerò qui, ha avuto alterne vicende che mi hanno portato ad uno scrivere piuttosto tardo, ma prolifico.
Alcuni, fra coloro che leggeranno queste righe conoscono la mia storia, altri la conosceranno presto, se avranno voglia di cercarla. Non la userò per vendere e per pietire. È la mia storia, ne sono fiero e questo libro è figlio suo, come lo sono io per come sono adesso.
Scrivo poesie, per le quali sto cercando ancora un editore e romanzi Fantasy, perchè la amo e mi piace scriverne, si possono dire tante cose con la Fantasy.
Questo che vi propongo è una monografia di una epopea (saga si dovrebbe dire più correttamente) che spero troverà presto le stampe, molto dipenderà anche dal successo e dal seguito che questo primo libro avrà. È una storia indipendente, assolutamente leggibile senza conoscere alcuna premessa.
I romanzi della saga sono già pronti, però, ed in realtà potrebbero già andare in stampa, ma che senso avrebbe, farlo, se poi non li leggesse nessuno? In fondo si scrive per questo, per essere letti.
Scelgo Maout per il romanzo d’esordio perchè quest’elfo mi piace, mi sta simpatico e mi pare un degnissimo rappresentante della mia “narrativa”.
Quante pretese per un romanzetto Fantasy…vero?
Bha! Forse, ma magari è proprio buono come dice di essere. L’unica vera possibilità di giudicarlo è leggerlo.
Non viene al momento distribuito nelle librerie, son tempi durissimi e Webmaster60 è un’editore molto artigianale…coraggioso, ma piccolo. Per cui si sceglie una forma quasi di auto-produzione e di fornitura on demand. Quindi se vorrete leggerlo dovrete proprio fare lo sforzo di deciderlo, volerlo e di ordinarlo (il che limita molto le mie velleità da scrittore). Aiutatemi a farlo diventare un libro vero, perchè lo è!
Per ordinazioni solo on line QUI e QUI
Esiste anche la versione e-book QUI
Grazie per la vostra attenzione
E sì! Mi piace
di tesser parole insieme
farne disegno, giocando poi
col senso, cercando significato
per coglier l’anima esposta
perchè parole possono trovarla
come fosse sorpresa
come fosse bisogno
a caccia d’intimità…e della verità
se si può dire?
Son parolaio, le amo
perchè sanno descrivere
perchè a volte…persino
riescono a dire.
Questo è quel che io sento
quel che io so
sono parole
son senza senso
eppure sono il dire
se descrivessi Dio
sarei sicuramente inadeguato…
ma inventando parole potrei inventare Lui
in ogni momento
ma quale dono ha l’uomo…e non s’avvede